24 aprile 2024
Aggiornato 20:00
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Borgogna: la magica Montagna di Corton

Corton Rouge o Corton Charlemagne in bianco, scalando la montagna incantata ricca di 150 ettari di vigneti Grand Cru

BEAUNE - Un panettone di vigne con in cima una granella di bosco. Così lo definiscono dalle parti di Pernand Vergelesses, Aloxe Corton e Ladoix Serrigny, i tre comuni che condividono la nobile Appellation come fosse un’opera di una cake design. Sembra veramente finto, costruito dall’ente del turismo; sembra messo lì apposta per essere guardato invece di poter essere bevuto o mangiato, proprio come una torta di cake design. Diversamente da quell’arte decorativa applicata all’alimentazione virtuale, qui la manipolazione porta a risultati ben diversi, se è vero che i vini provenienti dalla Montagna di Corton possono rivaleggiare, in bianco, con i migliori della Cote de Beaune, e in rosso con i migliori della Cote de Nuits.

DALL’HERMITAGE ALL’ABBAZIA DI CITEUX - Un’intera montagna classificata Grand Cru, in bianco e in rosso. Le Corton, se è rosso (ma non sempre), e Le Corton Charlemagne, se è bianco. Pinot noir e chardonnay. Punto e basta. Una montagna e due vitigni con pari dignità di vino e di colore. Un gemellaggio con lo sperone di roccia sul Rodano chiamato Hermitage sorge spontaneo, e il Cavaliere di Sterimberg potrebbe di nuovo apparire all’orizzonte, per confrontarsi addirittura con Carlomagno. Ma qui non di cavalieri ma di stallieri dovremmo riferire, e dei soliti pazienti monaci arrivati dall'Abbazia di Citeux, presi dall’ossessione della divisione dei terroir in parcelle tanto piccole quanto differenti. Se può sembrare complicato districarsi tra i muretti che dividono i Grand Cru della Cote de Beaune e della Cote  de Nuits, qui siamo proprio al delirio delle denominazioni interne al medesimo Grand Cru. 100 ettari di Corton grand cru e i 50 di Corton Charlemagne: sembrerebbe facile. Si, ma …

DIVISIONI INTERNE - Per esempio, il Corton rouge può essere prodotto su tutto il pendio Grand Cru e può anche fare menzione del lieu-dit catastale di zona, sorta di sottozona, salvo se viene prodotto nella zona del Corton Charlemagne. Il Corton blanc può essere prodotto su tutto il pendio ma non può portare in aggiunta il nome della sottozona, del lieu-dit, salvo per la Cuvée  Corton Vergennes degli Hospices de Beaune. Alcuni lieux-dits di Aloxe o di Ladoix, possono dare vita a volte del Corton rouge o blanc, e anche del Corton Charlemagne. Chiarissimo no?. Di abbastanza certo resta il fatto che un Corton Charlemagne è sempre inteso come un vino bianco da uve chardonnay, mentre un Corton, nel 97,5% dei casi è un vino rosso da pinot, noir, ma per il restante 2,5% potrebbe anche essere un vino bianco da uve chardonnay

A PIEDI TRA LE VIGNE - La parte della Montagna definita Grand Cru è quella compresa tra le altitudini di 215 e 350 metri s.l.m. e con una esposizione che va da sud est alla sua estremità di Ladoix, fino a nord ovest, alla sua estremità di Pernand. La parte più bassa dei versanti è piantata a pinot noir, mentre, per esclusione, solo la parte più alta della montagna è pianta a chardonnay, fino ad un limite di altitudine definito e tirato dritto come un righello, a delimitare l'inizio del Bois de Corton. Per rendersi conto di tutto quanto è però necessario andarci dentro a questi vigneti, magari risalendo da dietro, da Pernand, avendo cura di aver prenotato una visita alle cantine di Bonneau di Martray, il produttore indipendente che possiede le più grandi parcelle sulla Montagna di Corton. Si sale, si sale fino in cima, verso la Madonnina che ne definisce un apice approssimativo, e poi si attraversa il bosco, si osserva un infinito panorama di vigne  e poi si ridiscende piano dall’altra parte, fino ad arrivare dalle parti di quel buon ristorantino stellato che sta giusto sullo stradino che porta a Pernand, che con un colpo di genio hanno chiamato «Le Charlemagne».

ETICHETTE - Al tavolo, tra etichette evocative ed immagini che una volta di più invitano a partire, alla ricerca dei rossi vellutati di Corton, vellutati ma anche potenti quanto alcuni Grand Cru della Cote de Nuits, e del bianco, il magnifico Corton Charlemagne, ampio e massiccio, degno, e a volte migliore di tanti Montrachet. Coche Dury, Leroy, Bonneau du Martray, Bouchard Pere et Fils si contendono a buon diritto il primato del gran premio della Montagna di Corton, ma in mezzo a tante vigne qualche bella sorpresa sarà sempre possibile, e quindi la caccia all’etichetta coupe du coeur continua.