20 marzo 2023
Aggiornato 13:00
La lettera

Cinema, l'appello commovente di Mastandrea a Scorsese

L'attore romano ha deciso di scrivere al grande regista per cercare finanziamenti per il film di Claudio Caligari, cineasta quasi 70enne che da tempo sta tentando di girare la sua terza opera

ROMA - Valerio Mastandrea, attraverso le pagine del "Messaggero", si appella niente meno che a Martin Scorsese per finanziare e promuovere il prossimo film del quasi settantenne Claudio Caligari. Una lettera commovente, insolita, inattesa, a favore di un regista fermo a due film, girati in un arco lunghissimo di tempo, che però in qualche modo ha rappresentato una sottocultura di quel mondo underground che anche da noi ha un certo seguito. Caligari ha pronto il soggetto del terzo film da un po', ma non trova finanziamenti. Da qui l'idea dell'attore romano di appellarsi proprio al regista simbolo dell'amore per il cinema. Caligari realizzò nell'83 «Amore tossico» e solo nel '98 uscì la sua seconda opera, «L'odore della notte», con protagonista proprio Mastandrea. Ora vorrebbe girare una sorta di sequel proprio del primo film, adeguato i nostri tempi, che dovrebbe avere il titolo «Non essere cattivo».

«CARO MARTINO» - «Caro Martino - scrive Mastandrea italianizzandone il nome proprio come fa sempre Caligari, quasi fosse un amico distante – ti scrivo per una ragione semplice. Tu ami profondamente il Cinema. In Italia c’è un Regista che ama il Cinema quanto te. Forse anche più di te. Certo non basta amarlo per farlo bene, il Cinema, ma questo signore prossimo ai 70 ha avuto poche opportunità per dimostrare il suo valore. Quando le ha avute, lo ha fatto. Ti scrivo perché, dopo tanti anni di «resistenza umana» alla vita, a questo mestiere e alle sue dinamiche, questo signore ha avuto il coraggio di scrivere un nuovo copione, e di provare a girare un nuovo film».

LE RAGIONI DEL GESTO - «Da circa due anni – prosegue – un gruppo di amici di cui faccio parte lo sta supportando muovendosi nei meandri delle istituzioni e delle produzioni grandi e piccole ottenendo piccoli risultati ma importanti. Attorno a questo film si è creata un’atmosfera molto rara. In tanti lo vogliono fare per rispetto di questo signore e del più alto senso del Cinema e di chi vive per il Cinema. Molte delle eccellenze del nostro settore, hanno espresso la volontà di lavorare gratuitamente o di entrare in partecipazione. Ora, se starai ancora leggendo, ti chiederai «allora perché non riuscite a metterlo in piedi?». La risposta a questa legittima domanda ti obbligherebbe a un’altra domanda: «ma è così difficile fare i film in Italia?». Questo è un altro discorso. Più lungo e più maledettamente ovvio, almeno per noi».