Sul red carpet sfilano i ragazzi di Scampia
I giovani sono arrivati al grido di «la gente come noi non molla mai» e per provocazione oltre agli striscioni con scritto «Comitato Vele» ne hanno esposto uno in riferimento ai disordini della recente manifestazione di Roma
ROMA - Nel giorno di chiusura del Festival sul red carpet non ci sono solo registi e attori: decine di ragazzi provenienti da Scampia hanno sfilato sul tappeto rosso per accompagnare tre film su territori di camorra. I giovani sono arrivati al grido di «la gente come noi non molla mai» e per provocazione oltre agli striscioni con scritto «Comitato Vele» ne hanno esposto uno in riferimento ai disordini della recente manifestazione di Roma: «Quei lacrimogeni non sono nostri». «Abbiamo voluto dare un segnale diverso e provocare - ha spiegato uno dei ragazzi partecipanti, siamo un'ottantina e la polizia ci ha sequestrato altri cartelli, ma alcuni siamo riusciti comunque a portarli».
L'associazione «Figli del Bronx», che da anni fa attività di promozione sociale e culturale nell'area nord di Napoli, ha prodotto e portato al Festival il cortometraggio «Ciro» di Sergio Panariello, che racconta la scelta di un ragazzino a Scampia tra legalità e illegalità, e due documentari, «Interdizione perpetua» di Gaetano Di Vaio, sulla difficoltà di accesso ai diritti e al lavoro nella periferia di Napoli, e «L'uomo con il megafono» di Michelangelo Severgnini, sulla mobilitazione alle «Vele» in occasione delle ultime elezioni comunali.
Gaetano Di Vaio, che nel 2000 ha fondato l'associazione Figli del Bronx, ha spiegato: «Con le nostre attività cerchiamo non di levare i ragazzi dalle strade, ma di restituire loro quelle strade, e cerchiamo con il cinema di rappresentare quello che facciamo».
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