23 agosto 2025
Aggiornato 07:30
Cinema | USA

Eastwood porta sullo schermo i segreti di J. Edgar Hoover

Dal 4 gennaio il film sul capo dell'FBI interpretato da Di Caprio. Nella pellicola diretta da Clint Eastwood si ripercorre la vita dell'uomo che dal 1924 al 1972, sotto otto presidenti, combattè le minacce vere o presunte agli Usa

ROMA - L'uomo che guidò l'FBI per 50 anni, J. Edgar Hoover, arriverà nei cinema il 4 gennaio interpretato da Leonardo Di Caprio, che è in pole position per la candidatura all'Oscar come miglior attore. Nella pellicola diretta da Clint Eastwood si ripercorre la vita dell'uomo che dal 1924 al 1972, sotto otto presidenti, combattè le minacce vere o presunte agli Usa: fece la guerra a comunisti e gangster, infrangendo spesso le regole e usando in maniera ricattatoria i suoi segretissimi dossier, anche contro gli stessi presidenti americani. La vera novità è che Eastwood nel film mostra anche il lato segreto dell'inflessibile capo dell'Fbi, e il presunto legame sentimentale che lo legava al suo più stretto collaboratore, Clyde Tolson. «La madre di Hoover desiderava che il figlio portasse il nome della famiglia ad alti livelli, senza curarsi di ciò che Edgar realmente desiderava, e lui si trasformò nello stoico mastino anti-crimine costretto a tenere molto privata la propria vita personale. La sua vita è stata tutto un segreto» ha affermato DiCaprio, che ha interpretato il personaggio dai 20 ai 77 anni.

Nel film di Eastwood la vita personale di Hoover prende il sopravvento su quella pubblica: la necessità di essere apprezzato dai suoi connazionali guidò tutte le sue decisioni professionali, e lo portò a creare un vero e proprio culto della propria personalità. Lo sceneggiatore Dustin Lance Black per scoprire i segreti dell'enigmatico Hoover ha raccolto la testimonianza di tutte le persone ancora in vita che lo avevano conosciuto e di altre che erano vissute a Washington durante il suo incarico: «Ho capito - ha spiegato lo sceneggiatore - che Hoover era considerato un eroe della nazione, ma anche un'abile canaglia che agiva in modo disonesto e rappresentava il terrore per il Paese. Entrambe le posizioni apparivano estreme: penso che la verità fosse da qualche parte nel mezzo.»