28 agosto 2025
Aggiornato 08:30
La confessione al settimanale «Gente»

Steven Spielberg: Sono regista grazie alle mie sorelle

«Da piccolo mi facevano impazzire e per questo scappavo con la telecamera Super 8 per rifugiarmi nei miei mondi fantastici». Il regista su Fellini: «In comune l'amore per l'assurdo»

MILANO - «Se sono diventato un regista lo devo alle mie tre sorelle minori». Lo confessa Steven Spielberg al settimanale Gente. «Da piccolo mi facevano impazzire - spiega lo sceneggiatore e produttore - e per questo scappavo con la telecamera Super 8 per rifugiarmi nei miei mondi fantastici, anche se poi me la spassavo a terrorizzarle con bizzarri trucchetti, ad esempio nascondendo un teschio nell'armadio». Spielberg rivela inoltre che faceva pagare il biglietto a chi desiderava guardare uno dei suoi filmati amatoriali, mentre le sorelle venivano reclutate per la vendita dei pop corn.

Il regista su Fellini: «In comune l'amore per l'assurdo» - Il regista, ora al cinema con Le avventure di Tintin - Il segreto dell'unicorno, ricorda anche un altro aneddoto: «All'epoca di Duel, nel 1971, non ero mai stato fuori dagli Stati Uniti. I produttori mi dissero che lo dovevo promuovere in Europa e il primo posto fu Roma. Un giorno nella mia camera d'albergo squillò il telefono e una voce femminile disse: 'Il maestro vuole conoscerla. Mister Fellini'. Sono sceso di corsa e c'era Federico nella lobby che mi aspettava - continua Spielberg -. Mi ha adottato per i tre giorni successivi, facendomi scoprire la capitale. Ci siamo sempre scritti e la sua assistente mi ha svelato che prima di morire l'ultima lettera che ha voluto leggere è stata una delle mie. Avevamo in comune soprattutto un grande amore per l'assurdo».