19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Avvio ritardato e futuro incerto per «Parla con me»

Il caso Dandini in cda Rai

Attesa per il Dg Lei su nodo produzione. Verro: «Attendiamo una proposta. Per l'opposizione soluzione possibile»

ROMA - Avvio ritardato e futuro comunque incerto per Serena Dandini in Rai. Parla con me non partirà il 28 settembre, come inizialmente previsto ma domani, dopo il dibattito in Cda, si capirà se tornerà o meno sugli schermi di Raitre, come pure previsto in palinsesto. All'ordine del giorno del Consiglio, il primo dopo la pausa estiva, non c'è un punto specifico, ma del tema si parlerà: resta da sciogliere il nodo produzione e da capire se e come il Dg Lorenza Lei proporrà di soddisfare i criteri di policy aziendale sull'uso di risorse interne, senza togliere il programma alla produzione di Fandango.
Per Lei il punto di partenza sono le ultime interpretazioni legislative che riconoscono la Rai come società di diritto pubblico, e in quanto tale come azienda che deve ricorrere a gare d'appalto per produzioni esterne, o usare le proprie risorse per realizzare i programmi. Prima soluzione impraticabile per i tempi, la seconda perché significherebbe - per Fandango - snaturare il programma al punto da renderlo altro. E' al Dg che si guarda quindi per capire come sciogliere il nodo, «aspettiamo la sua proposta» dice il consigliere di maggioranza Antonio Verro, ricordando che Parla con me è nei palinsesti autunnali.

Certo per l'azienda Dandini è «una risorsa strategica» ma c'è la «primaria esigenza» di valorizzare a pieno la capacità produttiva Rai. Come fare per soddisfarla senza stravolgere il programma e trovare una soluzione simile a quella dei Raccomandati di Carlo Conti, prodotto dalla Ldm? Diverse le possibilità, domani l'opposizione in Consiglio le ricorderà. Tra queste, superare il nodo Fandango secondo il criterio dell'infungibilità; oppure, visto che i risparmi di una produzione tutta interna (nuovi contratti al posto di quelli Fandango) ammonterebbero a circa 2 mila euro a puntata - il 3% del costo - tentare la via di uno «sconto» da chiedere alla società di produzione.
Da vedere se e quale sarà la proposta di Lei, sulla quale poi voterebbe il Consiglio (competente sui contratti superiori ai 2,5 mln di euro), magari nella seduta della prossima settimana. In tempo per una partenza, seppur ritardata, del programma. A meno di una nuova battuta d'arresto, che potrebbe accelerare il passaggio a La7 e portare ad un nuovo divorzio per la Rai.