Santoro per ora è fuori dalla RAI
Accordo sull'uscita dall'azienda pubblica resta valido, non «passa» per il Cda
ROMA - Resta in piedi l'accordo tra la Rai e Michele Santoro per l'uscita del giornalista dall'azienda. Un'intesa raggiunta con il Dg Lorenza Lei (concordata una buonuscita di 2,3 milioni di euro) e che rientrava nelle competenze del direttore generale, senza dover passare per il Consiglio di amministrazione. Questo il parere dato oggi dal Collegio dei sindaci in Cda. Santoro resta fuori, salvo la possibilità di avviare delle forme di collaborazione (come previsto dall'accordo sull'uscita) da concordare con il Dg.
Un accordo, quello comunicato dalla Lei il 6 giugno scorso, contestato dall'opposizione soprattutto per la clausola di non concorrenza. Di qui la richiesta, nel Consiglio del 16 giugno, di mettere gli atti della transazione a disposizione della segreteria del Consiglio. Una settimana dopo è il consigliere di minoranza Nino Rizzo Nervo a sollevare in Cda il tema della competenza, e il Presidente Garimberti chiede quindi il parere del collegio dei sindaci. Nel frattempo un altro consigliere d'opposizione, De Laurentiis, presenta un ordine del giorno con cui si impegna il Dg, fermo restando l'accordo con Santoro, a trovare soluzioni che possano assicurare la presenza del giornalista in azienda. Ordine del giorno che oggi però in Cda è stato respinto (contraria la maggioranza, astenuto il Presidente Garimberti).
Resta ora la strada della possibile collaborazione. Ipotesi che Santoro non ha mai escluso, chiedendo però su questo una parola chiara all'azienda. Scelta su cui il giornalista dovrebbe valutare con il Dg Lei nell'ambito dell'accordo che, dopo il parere di oggi in Cda, resta valido e sul quale il Consiglio resta fuori.