Tornatore: la classe politica è lo specchio del Paese
«In fondo non siamo dei buoni promotori delle nostre opere»
MOSCA - «Non giudico la nostra classe politica, noto che è armonica con quello che è il Paese oggi». Il regista e premio Oscar Giuseppe Tornatore, a Mosca per la «prima» russa del suo Baaria risponde alla stampa italiana, che per qualche domanda prende spunto proprio dalla pellicola - dove il protagonista Peppino si imbatte nelle ingiustizie e scopre la passione politica - per portarlo sull'attualità italiana.
Secondo Tornatore l'attuale classe politica «e' quello che il Paese sa avere». Quanto poi alla capacità di esportare la nostra arte, non solo cinematografica, all'estero, il regista sottolinea «la cultura italiana è molto conosciuta, più per un valore intrinseco che per la capacità che abbiamo di promuoverla. In fondo non siamo dei buoni promotori delle nostre opere, a dispetto di noi stessi».
Resta tuttavia l'affetto con cui ieri la platea russa ha salutato la sua pellicola, molto applaudita nell'ambito del Festival del Cinema Italiano. Per Tornatore Mosca non è una nuova scoperta. «La prima volta sono stato qua 18 anni fa» spiega. «Rispetto a prima l'ho trovata cambiata: più case restaurate, più nuovo, più gente, più luce». Poi incalzato da Apcom se vorrebbe fare un film a Mosca, il cineasta precisa «lo farei volentieri se la storia lo richiedesse».
Per ora tuttavia un suo vecchio progetto sull'Assedio di Leningrado (oggi San Pietroburgo) resta nel cassetto. «Ci ho lavorato dal 2000 al 2005: al momento è fermo».