26 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Spettacoli. TV

Vittoria Puccini protagonista di «Tutta la verità»

La mini serie domenica e lunedì su Raiuno in prima serata vede l'attrice in un ruolo in cui la sua sensualità è più evidente del solito

ROMA - «Una delle prime cose che ho fatto quando sono diventato direttore di Rai Fiction è stata far tornare a lavorare nelle nostre serie Vittoria Puccini». A dichiararlo questa mattina è stato il direttore di Rai Fiction Fabrizio Del Noce che ha presentato la mini serie Tutta la verità, in onda domenica e lunedì in prima serata su Raiuno e che vede l'attrice in un ruolo in cui la sua sensualità è più evidente del solito.

«Sono fiducioso sugli ascolti - ha proseguito il direttore - anche se il prodotto non ha avuto il tempo di promozione che avrei voluto». Nessuna farfallina rossa per la fiction che vede la Puccini nei panni di una donna felicemente sposata (nel ruolo del marito c'è Filippo Nigro) che viene travolta dalla passione per un altro uomo (Daniele Pecci), il chirurgo che ha operato la madre (Fabrizia Sacchi), e che, dopo aver tradito il marito, si troverà coinvolta in un'accusa di duplice omicidio. Thriller e storia d'amore si fondono dunque nella serie tv diretta da Cinzia Th Torrini che «abbiamo ritenuto non avesse le condizioni necessarie per avere la farfallina rossa, quella gialla è sufficiente», ha sottolineato Del Noce.

La fascia protetta della Rai infatti finisce alle 19.30, il prime time non è considerato fascia protetta e secondo la regista «i nudi in cui viene ripresa la Puccini sono artistici, non si tratta di immagini esplicite e non c'è nulla di torbido nella fiction. Io ho cercato di mostrare il lato oscuro che si nasconde nella donna, si tratta di un progetto un po' diverso dalle fiction buoniste che si vedono di solito, ma mantiene comunque al suo interno dei valori. Io credo molto nelle storie vere e non avevo intenzione di mostrare dei sentimenti finti. E per il tipo di contenuto le insegnanti potrebbero perfino far vedere la fiction ai bambini per spiegare cos'è l'amore», ha concluso la regista. Non si è sentita più in imbarazzo del solito la protagonista della mini serie.

«Dal primo all'ultimo film credo di essermi sempre spogliata - ha rivelato l'attrice - e fortunatamente quando recito in un film non ho il pudore che ho nella vita. Questa volta l'unica differenza l'ha fatta la maternità, ho avvertito un po' di imbarazzo in più, ma l'ho superato e ne sono contenta. Era più di un anno e mezzo che non lavoravo - ha sottolineato - dopo il film di Rubini volevo prendermi una pausa. Questa sceneggiatura mi ha colpito, la protagonista è una donna che non cerca il tradimento: definire il film come torbido secondo me è sbagliato. Non è qualcosa di malato, lei perde la testa per un uomo e si abbandona alla passione, ma ha i sensi di colpa, è combattuta, non vuole perdere la sua famiglia, ama suo figlio. Lei vive in maniera sincera quello che sente, torbido per me è un altro tipo di abbandono alle emozioni. E poi pagherà un prezzo molto alto per quello che ha fatto. Inoltre il film mi ha permesso di lavorare sul mio lato femminile: la sensualità della protagonista non doveva essere esplicita, costruita, ricercata, ma estremamente naturale», ha concluso Vittoria Puccini.