25 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Fiction RAI

Terence Hill torna in sella in «L'uomo che cavalcava nel buio»

«In questa miniserie, che coniuga intrattenimento e contenuti profondi - ha detto oggi in conferenza stampa Paola Masini, capostruttura Rai Fiction - c'è lo sport, il rapporto terapeutico e formativo con i cavalli, il doping, l'amore che guarisce e l'adolescenza difficile. Il film è portavoce di due valori imprescindibili: l'onestà e la passione»

ROMA - Terence Hill torna di nuovo a cavallo. Dopo una carriera nei western l'attore sarà protagonista domenica e lunedì della fiction in prima serata su Raiuno 'L'uomo che cavalcava nel buio'. «In questa miniserie, che coniuga intrattenimento e contenuti profondi - ha detto oggi in conferenza stampa Paola Masini, capostruttura Rai Fiction - c'è lo sport, il rapporto terapeutico e formativo con i cavalli, il doping, l'amore che guarisce e l'adolescenza difficile. Il film è portavoce di due valori imprescindibili: l'onestà e la passione».

Al centro de 'L'uomo che cavalcava nel buio' c'è la storia di un insegnante di equitazione (Terence Hill) che, ingiustamente condannato per la morte del suo allievo migliore durante una gara, dopo la galera e dopo dieci anni torna nella scuderia in cui allenava e ritrova la voglia di combattere grazie al talento inaspettato di Serena (Marta Gastini). La ragazza, figlia dell'uomo che tutti credevano morto a causa dell'insegnante (dato che si era scoperto che il cavallo era stato dopato), legherà tantissimo con una cavalla destinata al Macello, Rebecca, sulla quale imparerà a cavalcare.

Tra gli altri interpreti, diretti da Salvatore Basile, sceneggiatore al suo esordio alla regia, ci sono Domenico Mignemi, Francesca Cavallin, Marcello Mazzarella, Barbara Livi, Ivo Garrani, Marco Cocci, Luciano De Luca, Manuela Gatti, Emilio De Marchi, Mimmo Mancini e Flavia Astolfi. «Grazie a questa fiction è stato possibile esplorare il mondo dell'ippica - ha detto Hill - un tema non semplice da portare sul piccolo schermo. La prima volta che sono salito a cavallo avevo 12 anni, per me è sempre un'esperienza unica. Io credo che la protagonista del film, Serena, rappresenti la maggioranza delle ragazze della sua età, e che non sarà difficile immedesimarsi anche in sua madre (Francesca Cavallin, ndr). Oggi non frequento il mondo sportivo, ma quando lo facevo la mia unica risorsa per prendere energia era la vitamina C, il doping non lo conoscevo».

L'attore, che torna così ad interpretare un uomo buono dal nome Rocco, proprio come nella fiction precedente 'L'uomo che sognava con le aquile', non ha nessuna intenzione o voglia di interpretare un 'cattivo'. «Dopo aver fatto 'Trinità' ho incontrato mamme per strada che mi dicevano di continuare a fare film di quel tipo, perché in questo modo potevano tranquillamente portare i figli al cinema. Questo mi ha fatto piacere, da allora cerco sempre personaggi e film che non offendano. Anche perché dalla mia prima volta sullo schermo, a 12 anni, ho avuto la possibilità di calarmi in tanti ruoli. Ad esempio in 'Barbagia' di Carlo Lizzani sono stato un cattivo. Ora non ho bisogno di questi ruoli».

Alla conferenza per la presentazione della fiction, che ha ricevuto il patrocinio di istituzioni ed enti, erano presenti anche l'onorevole Francesca Martini, sottosegretario alla Salute e l'onorevole Antonio Bonfiglio, sottosegretario alle Politiche agricole, alimentari e forestali. «Sono qui per esprimere soddisfazione verso la Rai e l'Albatross - ha detto l'onorevole Martini - il fatto che venga sottolineato il rapporto uomo-animale come terapeutico è un grande valore etico, che dovremmo essere in grado di diffondere sempre di più, proprio come il tema del doping. L'ippoterapia è un metodo riabilitativo che sta raccogliendo risultati sempre migliori».

«Inoltre questa fiction aprirà la strada agli eventi che ci saranno a Roma e Verona, ossia Piazza di Siena e la Fiera Cavalli a novembre. Quello che mi fa piacere è la garanzia che nella fiction tutte le scene siano state girate con la massima tutela del cavallo. Proprio per questi temi sono ora coinvolta in un disegno di legge sulla tutela del cavallo dal doping e sto presentando un'ordinanza sulla tutela degli animali sui set televisivi e cinematografici».

Entusiasta il regista, che ha provato «un'emozione pazzesca nel lavorare con un'icona come Terence Hill» e l'onorevole Bonfiglio, che ha voluto sottolineare il ruolo del servizio pubblico. «Come nel caso dei libri - ha spiegato - un romanzo spesso può arrivare al cuore più di tanti saggi. Nel film c'è il valore dello sport e dell'onestà e la piaga del doping, che mette in evidenza il rifiuto dell'uomo di avere dei limiti».