Dopo lo strepitoso successo di «SMS» torna Salemme con «No problem»
Una pellicola che parte dalla comicità classica napoletana per per poi mettere in campo buoni sentimenti e non pochi spunti di riflessione sulla realtà di oggi
Ridere di gusto, ma anche ridere di cuore, questo il motto di Vincenzo Salemme che dopo lo straordinario successo di «Sms – Sotto mentite spoglie» torna in sala con «No problem», una pellicola che parte dalla comicità classica napoletana per per poi mettere in campo buoni sentimenti e non pochi spunti di riflessione sulla realtà di oggi.
Al suo fianco, protagonista di gag a ripetizione, uno scatenato Sergio Rubini, che Salemme stesso ha definito «il miglior attore italiano al momento in circolazione».
Salemme è Arturo Cremisi, il padre ideale della fortunata serie tv «Un bambino a meta». Il bambino di cui parla il titolo è Federico, apparentemente una creatura dolce e innocente, ma in realtà una peste con tutti i vezzi e le ambizioni delle star navigate. A complicare il tutto la madre del ragazzino, Barbara (interpretata da Iaia Forte), una donna molto potente dello star system, che potrebbe mettere la parola fine alla carriera di mediocre attore di Arturo.
E proprio quando la fine si sta avvicinando, entra in scena un secondo ragazzino che ha appena perso il papà e che proietta su Arturo la figura del suo genitore scomparso. Un evento che è trasformato dal press agent di Arturo in un vero fenomeno mediatico che ne fa risalire immediatamente le quotazioni...
Ci scherza su Salemme, sottolineando la 'pericolosità' delle piccole star: «Tutti fanno i complimenti ai bambini che recitano, ma in realtà cosa mai recitano i bambini? Non sanno fare niente di particolare: piacciono solo perchè sono bambini, e allora io dovrei piacere per il solo fatto di essere un cinquantenne!».
Ironia a parte, questo nuovo lavoro del regista partenopeo segna un deciso passaggio ad un cinema leggero ma molto più maturo, con un occhio sempre attento alla realtà: «Non si tratta di una satira del mondo dello spettacolo, ma piuttosto di una constatazione del fatto che il successo spesso nasce da episodi effimeri, quando non è supportato dal talento vero. A volte puoi essere fagocitato dal personaggio che interpreti, come accade al mio Arturo. E non sempre la notorietà è facile da gestire».
Il regista approfondisce anche il suo personale rapporto con il successo: «Non ho mai perso il rapporto con il mondo reale, il mio successo è stato talmente lento, graduale negli anni, a teatro, poi piano piano nel cinema, mai na cosa esagerata... cammino tranquillamente per strada e so chi sono».
Straordinaria l'interazione comica tra i comici, un pugliese, un toscano e un napoletano: «Purtroppo non siamo stati sempre insieme sul set, perchè i tempi delle produzioni non lo permettono, ma comunque ogni battuta, ogni spunto comico, ogni risata anche amara, è nata in team, sono molto contento dei miei attori, anche di Iaia Forte e Aylin Prandi ovviamente».
E proprio gli attori confermano questa atmosfera idilliaca sul set. Sergio Rubini confessa che era tanto tempo che desiderava recitare con Salemme: «Mi piace la sua comicità intelligente, finalmente sono con lui, credo che queta cosa si percepisca anche sullo schermo. Del resto abbiamo la stessa estrazione teatrale, quindi il feeling è ancora maggiore».
L'attore pugliese, che interpreta un agente piuttosto 'sui generis' e mezzo analfabeta, confessa con ironia come sia disposto a fare tutti i compromessi possibili pur di mantenere il successo, anche se poi aggiunge: «Vittorio Gassman una volta mi ha detto che il nostro è l'unico lavoro in cui non funzionano le raccomandazioni. Puoi fare anche un film, ma poi quello che vali si vede».
Nel film, musicato da Gigi D'Alessio e impreziosito dalle piccole parti di Anna Proclemer, Oreste Lionello e Gisella Sofio, che omaggiano le origini teatrali del bravo Salemme, spicca un eccellente Giorgio Panariello che recita con delicatezza la parte di un uomo affetto da un forte disagio mentale: «La gente spesso crede che noi del mondo del cinema viviamo in un castello dorato. Io credo di aver incontrato tanta gente nella mia vita, spesso più sfortunata di me, beh io quella gente non la dimentico certo, faccio quello che posso per sposare una causa. Questo mi aiuta anche nel mio lavoro, mi umanizza in un certo qual modo, poi se devo far del bene non mi va di farlo davanti alle telecamere». E a chi gli fa notare che questa non è la prima volta che ricopre il ruolo di un uomo con qualche problema di mente, replica scherzando: «Si vede che mi vedono tutti come un idiota! Quando c'è da fare queste parti si salta il casting e chiamano direttamente me!», ma recuperata la serietà poi conferma quanto di buono si è apprezzato sullo schermo: «Non è mai semplice ricoprire questi ruoli rimanendo nei confini della credibilità. Si può facilmente scadere in macchietta e io sono stato sempre attento ad evitarlo, sia in questo caso sia quando ho lavorato con Leonardo Pieraccioni che ringrazio per la opportunità offertami.
Conclude Iaia Forte, che sottolinea come sia stato «facilissimo lavorare con Vincenzo e giocare con lui sul set perché, oltre ad essere un bravo regista, è anche bravo attore, quindi più capace di capire le esigenze e le necessita di chi è al di qua della macchina da presa».
Il film, una produzione Medusa Film in collaborazione con SKY, realizzata da Valeria Esposito per Chi è di scena, sarà distribuito da Medusa in 450 sale italiane a partire da venerdi 10 ottobre.