3 maggio 2024
Aggiornato 01:00
SexDolls

SexDolls, l'onorevole: «Meglio recuperare gli antichi bordelli», l'assessore: «No comment»

Da due giorni tutti parlano della novità che ci sarà da settembre a Torino, il locale dove "divertirsi" con le SexDolls, bambole in elastomero termoplastico

TORINO - Dire che ormai a Torino tutti conoscono le SexDolls è dire mezza verità. "Mezza" solo perché gran parte dei torinesi sono in vacanza e forse ignorano ancora la novità. Non la ignorano invece i politici cittadini, anche se c'è chi preferisce non pronunciarsi, come l'assessore Marco Giusta che, interpellato su Facebook dalla consigliera grillina passata con l'opposizione Deborah Montalbano, ha preferito non pronunciarsi ricordando che il Comune si limita solo a concedere alcune autorizzazioni e non può impedirne l'apertura. Stessa risposta data a noi: "Nessun commento".

I TORINESI SI DIVIDONO - Mai frattura è stata più evidente. Da una parte c'è chi addirittura demonizza l'apertura del nuovo locale, dall'altra c'è chi invece lo trova una novità interessante. A dirla tutta sono pochi quelli che si schierano apertamente a favore. Ma a sentire i proprietari e le centinaia di telefonare, richieste e prenotazioni ricevute i poche ore dopo che la notizia era rimbalzata su tutti i siti, evidentemente di pubblico ce n'è e non poco. D'altronde a Barcellona e Mosca, uniche città in cui le SexDolls sono attualmente presenti, il servizio funziona benissimo.

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MEGLIO GLI ANTICHI BORDELLI - C'è un consigliere comunale di Forza Italia, Osvaldo Napoli, che nelle ultime elezioni politiche è stato eletto anche alla Camera dei Deputati, alla pari di Piero Fassino con il Pd. L'onorevole Napoli ha parlato di "triste parabola per il costume collettivo" e detto che forse, a questo punto, sarebbe meglio aprire le vecchie 'case chiuse'. "Capisco che nel mondo del virtuale non esistono confini o limiti alla fantasia, soprattutto se malata sotto un bombardamento incessante di stimoli distorsivi e distorcenti. Meglio, molto meglio sarebbe allora recuperare gli antichi bordelli, pudicamente chiamati case chiuse, anche se personalmente non sono d’accordo. Sollecito l’amministrazione comunale a realizzare tutti i controlli necessari, e oltre, per verificare se una simile attività sia consentita dalle attuali leggi. Tutto questo non è un segnale positivo per il costume civile di Torino".