Cambiata la condanna al leader di Askatasuna per gli scontri del primo maggio, tolti i domiciliari
La pena, per lui e per altri nove antagonisti, è stata cambiata in obbligo di firma quotidiano. Gli avvocati difensori hanno mostrato un video di un giornalista freelance e le testimonianze di due esponenti del Movimento 5 Stelle
TORINO - Il Tribunale del riesame ha deciso: il leader di Askatasuna Andrea Bonadonna non è più agli arresti domiciliari, ma avrà solo l’obbligo di firma quotidiano. Gli è stato comunicato oggi dopo l’udienza di ieri in cui il pubblico ministero Antonio Rinaldo aveva lasciato l’aula in polemica con gli avvocati difensori, i quali avevano contestato la ricostruzione dei fatti operata dalla polizia. La vicenda riguarda gli scontri con le forze dell’ordine durante il corteo del primo maggio 2017 nel centro di Torino. Con il cambio di pena per Bonadonna sarà possibile occuparsi della rassegna musicale e culturale Alta Felicità, in programma questa settimana in Valle di Susa, di cui è direttore artistico.
GLI ALTRI CONDANNATI - Il Tribunale del riesame non ha cambiato solo la pena per il leader di Askatasuna, ma anche per altri nove antagonisti, già condannati agli arresti domiciliari. Anche per loro c’è stata la «trasformazione» in obbligo di firma quotidiano. Confermati invece gli altri sei obblighi di firma, non quotidiani, ma tre volte a settimana.
AVVOCATI DIFENSORI - Gli avvocati difensori nella seduta di ieri hanno mandato su tutte le furie il pm Rinaldo. Hanno infatti mostrato un video realizzato da un giornalista freelance e si sono avvalsi delle dichiarazioni di due esponenti del Movimento 5 Stelle, la consigliera regionale Francesca Frediani e la consigliera comunale Maura Paoli.
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