28 marzo 2024
Aggiornato 20:00
Salone del Libro

Salone del Libro 2019: il Comune fa un passo indietro, l'organizzazione torna alla Regione

«Pare coerente fare un passo indietro lasciando a Regione Piemonte e ai suo enti strumentali la predisposizione del Salone 2019, confermando nuovamente la contribuzione della Città» così l'assessore alla Cultura del Comune di Torino, Francesca Leon

TORINO - Ci siamo lasciati alle spalle l’edizione 2018 del Salone del Libro da appena 30 giorni e le polemiche, per quanto riguarda l'organizzazione della prossima edizione, sono più accese che mai. Al termine della kermesse libraria gestita dal Circolo del Lettori, la Città di Torino e la Regione Piemonte si erano accordati nell'intenzione di adottare un nuovo modello organizzativo che avrebbe previsto, nelle intenzioni, la ricerca di un partner industriale come gestore di tutto l’aspetto commerciale del Salone del Libro e l’utilizzo della Fondazione per la Cultura (Comune) per tutti gli aspetti legati alla programmazione culturale. Un equilibrio sembrava essere stato trovato, ma non si era tenuto conto dell'opposizione in Consiglio Regionale. 

SALONE DEL LIBRO - Facciamo dunque un passo indietro per ricostruire che cosa ha portaro al cambio di rotta che vede oggi il Comune di Torino 'sfilarisi dalla macchina organizzativa dell'evento. La 31° edizione della kermesse libraria si è chiusa, come detto, con un unanime accordo delle forze politiche di lascire alla Fondazione per la Cultura la guida della prossima edizione del Salone. «La scelta di individuare nella Fondazione per la Cultura il soggetto che si occuperà dell’organizzazione della parte culturale ed editoriale del Salone del Libro non è politica» aveva dichiarato la prima cittadina, Chiara Appendino, confermando inoltre il ruolo centrale nella gestione che avrebbe continuato ad avere la Regione Piemonte, in quanto sponsor e non più organizzatore. La questione sembrava essersi esaurita in questi termini ma qualcosa è cambiato e la polemica è divampata in Consiglio Regionale. 

REGIONE - La paura sostanzialmente di vedere una delle più importanti manifestazioni culturali della città di Torino (se non la più importante), lasciata all'arbitrio dell'amministrazione comunale pentastellata ha scatenato la reazione di alcuni consiglieri regionali del PD. Da qui il passo indietro del Comune: «Atteso che l’unico interesse che determina l’azione della Città di Torino è quello pubblico e che essa non ha alcun motivo per alimentare polemiche politiche che possano nuocere ad una delle più importanti iniziative culturali che si svolgono nella nostra città» ha dichiarato l'assessore alla Cultura del Comune di Torino, Francesca Leon, «pare coerente fare un passo indietro lasciando a Regione Piemonte e ai suo enti strumentali la predisposizione del Salone 2019, confermando nuovamente la contribuzione della Città, nella speranza di far terminare sterili polemiche politiche, cui non siamo avvezzi e che potrebbero danneggiare la città, i cittadini e il Salone del Libro». In sintesi: la Regione torna tra le fila degli organizzatori e il Comune conferma il suo contributo economico. Dovremo aspettarci altri colpi di scena per l'edizione 2019? 

AGGIORNAMENTO: LA RISPOSTA DI CHIAMPARINO - «È stato chiesto alla Regione Piemonte di organizzare il Salone del Libro, dopo che la città di Torino ha constatato l'impossibilità di poter realizzare la gara per la ricerca del concessionario, gara che era prevista nell'accordo siglato a suo tempo. Il Comune avrebbe inoltre voluto che la Regione organizzasse la gara senza coinvolgere il Circolo dei Lettori, cosa palesemente impossibile». Così il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, in risposta alle affermazioni dell'assessora alla Cultura della Città di Torino, Francesca Leon. «Abbiamo così accettato», prosegue Chiamparino, «di farci carico dell'organizzazione del Salone, sulla base delle decisioni già assunte a suo tempo, che prevedono una gara per la ricerca di un partner strategico, e chiedendo a tutti i soggetti interessati, a cominciare dal Comune di Torino e dagli Editori, di partecipare nelle forme che riterranno più opportune, al Circolo dei Lettori, per essere protagonisti dell'impostazione delle prossime edizioni del Salone; garantiamo inoltre la massima autonomia a tutte le figure professionali che realizzeranno il progetto culturale del Salone. E' infine evidente che gli organi di gestione del Circolo dei Lettori previsti dallo statuto assumeranno una configurazione tale da garantire in modo pieno la continuità con le ultime due edizioni del Salone del Libro».