20 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Parco della Salute

Parco della Salute, il concorso degli architetti fa discutere: «Mancata occasione per Torino»

Il presidente dell'Ordine degli architetti di Torino, Massimo Giuntoli, ha lamentato la mancata attuazione di in concorso di progettualità in merito alla realizzazione del nuovo Parco della Salute

TORINO - E' una questione da un lato di visibilità a livello internazionale e, dall'altra, di tutela degli interessi del territorio, quella portata alla luce da una petizione cittadina presentata questa mattina, venerdì 26 gennaio, durante un Diritto di Tribuna in Comune. In aula il presidente dell'Ordine degli Architetti di Torino, nonché primo firmatario della petizione, Massimo Giuntoli, ha lamentato la mancata attuazione di un concorso di progettualità in merito alla realizzazione del nuovo Parco della Salute. «E' stata scelta la strada del dialogo competitivo, procedura mai utilizzata prima in Italia, molto simile all'appalto integrato. Questa prospettiva rischia di non dare spazio sufficiente a figure di piccole e medie dimensioni, ai più giovani e ai professionisti che hanno potere economico e di contrattazione minore».

CONCORSO - Il concorso di architettura, di contro, avrebbe avuto il merito indiscusso dell'anonimato, privilegiando implicitamente la qualità del progetto, rispetto al nome (piccolo o grande che sia) di chi lo proponeva. «A vincere avrebbe potuto essere un grande studio come un neolaureato con una buona intuizione», ha affermato Giuntoli, «Per non parlare poi delle ricadute in termini di visibilità che avrebbe avuto un concorso internazionale per un progetto di questa portata. Si sarebbe parlato di Torino in tutta Europa. Non è quello che vogliamo?». Nonostante le rimostranze il concorso non è stato indetto e si è scelto di percorrere un’altra strada, mai battuta prima in Italia, quella del dialogo competitivo. «Questo ha il pregio di apparire agli occhi dei committenti probabilmente più rassicurante e sicuro» ha ipotizzato il presidente dell'Ordine, «in quanto affida a un'unica filiera il progetto, dalla a alla z. Ma penalizza i soggetti e probabilmente la qualità dei progetti, dal momento che i nomi dei grandi studi che dispongono di tali risorse saranno ben noti». Chi partecipa infatti è presumibile che abbia a disposizione un ingente quantità di fondi. «Pensate che vincerà uno studio italiano?» afferma provocatoriamente Giuntoli ricordando che, secondo la legge regionale n.4 del 21 aprile 2011, le grandi opere devono avere ricadute occupazionali su studi di progettazione e imprese locali.

PARCO DELLA SALUTE  - Il modello di un buona gestione di questo tipo di situazioni ci viene dalla vicina Milano, ha spiegato la vicepresidente dell'Ordine, Cristina Coscia, facendo riferimento ai progetti per la dismissione delle ferrovie lombarde. Questo prevede, il ricorso a procedure concorsuali per la stesura di Masterplan per gli scali maggiori e concorsi di progettazione per gli interventi pubblici più rilevanti. Oltre che incontri di dibattito con il pubblico. Perchè a Torino si è deciso di procedere in un altro modo, viene da domandarsi. A questa e ad altre domande sul futuro risponderà la Regione Piemonte in un tavolo di lavoro convocato nel prossimo futuro. In questa occasione verrà discussa anche la promessa di indire un concorso in merito al patrimonio ospedaliero già esistente e dismesso. Unica nota positiva dell'intera faccenda. Per quel che riguarda invece la progettazione delle nuove strutture del Parco pare che non ci sia più molto da fare, ma dall'Ordine sperano che «possa esserci ancora spazio per adottare la procedura del concorso di architettura su interventi singoli».