8 maggio 2024
Aggiornato 22:00
Via Germagnano

Attacco dal campo rom agli operatori Amiat, duro l’assessore Unia: «Attacchi assurdi»

L’assessore si è recato nella sede Amiat di via Germagnano dove negli scorsi giorni un operatore è stato ferito dal lancio di sassi

TORINO - A poche ore dal nuovo lancio di sassi dal campo nomadi di via Germagnano, che ha ferito un operatore Amiat, l’assessore all’Ambiente Alberto Unia si è recato sul luogo dove è avvenuto l’attacco. «Ribadisco la mia vicinanza ai lavoratori che subiscono da anni attacchi assurdi e violenti durante il transito con i loro automezzi da e verso la sede», ha detto al termine del sopralluogo, «ho iniziato ad occuparmi del problema dei campi rom come cittadino perché questa non è una battaglia di partito, ma di civiltà. Chi è stato per anni nelle istituzioni senza aver mai concluso nulla dovrebbe avere la decenza di riflettere prima di giudicare il lavoro che questa amministrazione sta facendo e che darà i risultati solo se potrà contare sull’aiuto dello Stato».

SOLUZIONI - Quanto a una possibile soluzione, l’assessore Unia ammette le difficoltà: «Non esistono soluzioni semplici né immediate a problemi complessi», ha concluso, «ma a differenza di chi oggi cerca la polemica strumentale dopo aver fatto finta di niente per anni, sottovalutando il problema, questa amministrazione ha dimostrato con i fatti di voler superare i campi rom nell’interesse del quartiere, dei cittadini e di tutto il territorio».

POLIZIA MUNICIPALE - Da sempre sono chiamati in causa gli agenti della polizia municipale quando nei campi nomadi, e in via Germagnano in particolare, succedono problemi. A loro si è rivolto l’assessore alla Polizia Municipale Roberto Finardi: «Ringrazio sentitamente tutti gli agenti del corpo di Torino e tutte le altre forze di Polizia impegnate in questi giorni presso il campo di via Germagnano a tutela della sicurezza dei lavoratori di Amiat. Martedì al tavolo di sicurezza convocato dal Prefetto, ribadiremo la volontà politica di questa amministrazione di superare i campi rom».