I Coro Moro cantano «Bella ciao» e scoppia la rissa: schiaffi tra attivisti di destra e sinistra
La scorsa settimana al coro era stata negata la possibilità di cantare alla Sagra del Peperone. Ieri, a Nichelino, botte tra militanti di opposte fazioni. Immediato l’intervento dei carabinieri
NICHELINO - «Una mattina mi son svegliato e ho trovato l’invasor». E’ sulle note di questo celebre passo della canzone «Bella ciao» che l’esibizione dei Coro Moro, artisti africani che cantano in piemontese, che ha preso piede la rissa tra alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, Casa Pound e attivisti di sinistra. E’ successo a Nichelino, durante la festa patronale di San Matteo.
I FATTI - Il gruppo di cantanti stava intonando la canzone «Bella ciao» quando i manifestanti di destra hanno srotolato lo striscione che riprendeva la strofa del canto partigiano. L’invasor, secondo i militanti, erano i ragazzi che si stavano esibendo sul palco. Immediata la reazione di alcuni attivisti presenti, che si sono scagliati contro gli estremisti di destra e hanno dato vita a una rissa. Schiaffi e pugni sotto il palco, mentre l’esibizione dei Coro Moro andava avanti. Immediato l’intervento dei carabinieri, che hanno sedato la rissa tra le opposte fazioni. Nella giornata di oggi alcuni interrogatori aiuteranno a ricostruire con precisione lo svolgersi dei fatti. Quel che è certo è che non è la prima volta che i Coro Moro destano scalpore: solo una settimana fa, a Carmagnola, durante la Sagra del Peperone si erano visti proibire l’esecuzione di «Bella Ciao» sul palco dall’ente.
LE REAZIONI - Fiodor Verzola, assessore a Nichelino ha commentato così l’accaduto sul suo profilo Facebook: «Grande e spontanea risposta di piazza contro l'estrema destra che questa sera, tramite azione squadrista, ha tentato di vietare #BellaCiao cantata dal Coro Moro. Nichelino è antifascista e questa sera lo ha ribadito dando una grande dimostrazione di coraggio in difesa dei valori della Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza». Una versione differente quella raccontata da Denise Barcellona, leader di Fratelli d’Italia a Nichelino che parla di un agguato subito e di aggressione.
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