30 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Evento solidale

Bea torna a scuola, intanto a Rimini organizzano un evento per raccogliere fondi per lei

E’ ripreso l’anno scolastico e la piccola Bea non ha saltato l’impegno. Intanto, per raccogliere fondi per la Onlus creata dalla mamma Stefania, a Rimini hanno organizzato un aperitivo solidale a cui prenderà parte la zia Sara

TORINO - Mercoledì 20 settembre serata solidale per la piccola Bea, la bambina affetta da una malattia sconosciuta allo scheletro che col passare del tempo ha reso il suo corpo sempre più rigido e lei, che non può più muoversi, come imprigionata  in un'armatura, nelle sue stesse articolazioni. L’aperitivo solidale è stato organizzato dai familiari e da alcune persone che si sono interessate alla storia di Bea e hanno voluto dare una mano per raccogliere fondi in modo tale da rendere meno amaro il futuro della piccola e poter sopperire a tutti i suoi bisogni. L’appuntamento non è a Torino, ma a Rimini, presso lo Skyline Caffe Ristorante di via Edelweiss Rodriguez Senior, 9. Il costo di 15 euro sarà devoluto alla Onlus fondata dalla mamma di Bea, Stefania Fiorentino, per aiutare sua figlia. All’evento sarà presente Sara, la sorella di Stefania, deceduta per una malattia incurabile lo scorso agosto dopo aver lottato per tre lunghi anni.

LA MALATTIA - Quella di Bea è una malattia in continua evoluzione: al momento però non esistono né cure né terapie. Tanti specialisti l’hanno già visitata ma al momento nessuno ha saputo capire di cosa di tratta, essendo questo l’unico caso al mondo. Fortunatamente lei cresce in modo neurologicamente adeguato ai bambini della sua età. Dalla creazione della pagina «Il mondo di Bea» in tanti hanno conosciuto la bambina e la sua storia, provando ad aiutare in ogni modo possibile e questo aperitivo solidale nasce con questo scopo. «Quello che lo Stato fornisce non può bastare per sopperire a tutti i bisogni della piccola, e non si hanno le possibilità di portarla all'estero per ricevere ulteriori pareri», dice Sara Fiorentino, la zia di Bea, «per questo motivo abbiamo bisogno che questa storia venga diffusa e conosciuta da tutti per sensibilizzare il governo e gli enti competenti su questa terribile situazione».