Stangata sui permessi di sosta su strisce blu per i residenti, il Tar dà ragione ad Appendino
Nonostante i ricorsi, i giudici amministrativi non hanno rilevato nulla che non andasse bene nella delibera comunale che stabilisce il costo del permesso in base al reddito. Per alcuni l’importo da pagare è anche quadruplicato rispetto al 2016
TORINO - Per i giudici amministrativi del Piemonte «non sussiste un pregiudizio grave ed irreparabile» e così hanno bocciato il ricorso di chi si è visto aumentare il costo del permesso per residenti sulle strisce blu anche di quattro volte e così si era rivolto al Tar. Non c’è nulla di illegittimo nel provvedimento della Giunta Appendino e così, per il momento, la stangata resta valida. Tra i ricorsisti anche l’avvocato Marco Ferrero che ha visto lievitare il suo permesso da 45 euro nel 2016 a 180 euro nel 2017. Il legale, insieme al collega Luigi Giorgi, aveva contestato una violazione del principio di uguaglianza e un eccesso di potere da parte dell’amministrazione e si era rivolto al Tar per una sospensiva della delibera comunale.
SECONDO RICORSO - Tra qualche mese sarà discusso anche il secondo ricorso, presentato dall’avvocato Massimo Occhiena. Anche quest’ultimo si è rivolto al Tar richiedendo l’annullamento della delibera comunale soprattutto nella parte in cui si differenzia il costo del permesso in base al reddito Isee. Per ricordare: per chi dichiara un reddito inferiore ai 20mila euro all’anno il costo del permesso è di 45 euro, sale a 90 euro per chi ha un reddito tra i 20mila e i 50 mila euro e, infine, quadruplica (180 euro) per chi dichiara più di 50mila euro all’anno.
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