29 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Ambiente

I cittadini piantano alberi, il Comune glieli sradica: è polemica a Mirafiori

Per far spazio a 40 aceri nello spartitraffico di corso Benedetto Croce, gli operai hanno sradicato gli alberi piantati dai volontari del gruppo Badili Badola. Scoppia la polemica: «Vergogna, atteggiamento ottuso»

TORINO - Li potremmo chiamare gli alberi della discordia. Parliamo di una trentina di alberi sradicati nella mattinata di ieri dallo spartitraffico di corso Benedetto Croce: piantati dai volontari di «Badili Badola», un gruppo di attivisti che mira a riportare il verde in città, gli alberi sono stati sfrattati dal Comune di Torino per far spazio a 40 aceri. Un trasloco annunciato, ma capace di scatenare l’ira dei volontari, increduli per questa prova di forza del Comune di Torino.

I volontari attaccano: "Distrutto il nostro lavoro, vergogna"
«Vergogna, il Movimento 5 Stelle predica il coinvolgimento e poi distrugge il lavoro volontario ed educativo che i cittadini praticano in silenzio…» è la pesantissima accusa di Mauro Bianchini del gruppo Badili Badala Guerrilla Gardening. Da ieri mattina dunque, diversi alberelli di varie specie sono lì, in mezzo alla strada, fuori dalla terra. Ecco perché oggi, a partire dalle 18.30 i volontari si ritroveranno per ripiantarli altrove. Quel pezzo di strada, tre anni fa era rimasto completamente privo di verde e pertanto gli attivisti avevano deciso di intervenire piantando trenta alberelli.

Il Comune risponde agli attivisti
Le polemiche intanto sembrano appena… sbocciate. Sì, perché nessuno si spiega come mai un’iniziativa così lodevole sia stata «spazzata via» senza troppi complimenti. In realtà, esattamente una settimana prima, il Comune di Torino aveva avvisato della rimozione delle piante: «La loro permanenza è incompatibile con la messa a dimora degli alberi acquistati per la città». Insomma, gli aceri dovrebbero crescere in maniera più idonea rispetto alle piante (perlopiù astoni) messe lì dai volontari. Gli alberelli curati e sradicati, verranno comunque messi a disposizione dell’associazione stessa, pronti a essere piantati nuovamente in un’altra zona. L’obiettivo, in fondo, è comune: una città più verde. Nonostante i litigi.