Valentino Rossi suona la sveglia alla Yamaha: «Ho fretta di vincere il 10° titolo»
Il Dottore è impegnato nella sua personale corsa contro il tempo e vuole risolvere subito i guai della sua M1. Ma anche le prove di ieri non sono state risolutive
JEREZ DE LA FRONTERA – «La situazione è critica e la Yamaha è lenta a reagire». Con queste parole, aspre, taglienti, frustrate, Valentino Rossi aveva commentato a caldo, domenica sera, il suo risultato nel Gran Premio di Spagna. Un quinto posto che, sulla carta, poteva anche non essere ritenuto così disastroso, ma che se non fosse stato agevolato dalle cadute altrui si sarebbe trasformato facilmente in un ottavo. Ma la storia, comunque, non sarebbe cambiata di molto: quello che rimane, dal disastroso weekend di Jerez de la Frontera, è una M1 ripiombata bruscamente nell'incubo di dodici mesi prima. Lontanissima non solo dalle posizioni che contano, ma anche da quella via d'uscita tecnica che sembrava aver faticosamente imboccato e di cui ora invece pare aver smarrito di nuovo la bussola.
Non rabbia ma orgoglio
Da qui la necessità, avvertita come urgente dal Dottore, non tanto di sgridare, quanto semmai di strigliare la sua squadra tutta. «Ho parlato molto e ho usato parole dure – riflette lui ventiquattr'ore dopo, a mente ormai fredda – ma se c'eravate avete visto che ero tranquillo, non arrabbiato. Vi ho spiegato una situazione che conoscevo già da qualche mese. Lavorare con la Yamaha mi piace e credo in loro: di sicuro è un momento difficile e spero con le mie parole di averli motivati ancora di più. Oggi non era il giorno per fare la differenza: abbiamo provato qualcosa di diverso, ma saranno i prossimi mesi quelli più importanti. Io ho più fretta della Yamaha, perché loro continueranno a correre magari per altri cent'anni, mentre io so di non avere più molto tempo per vincere il decimo titolo, quindi spingo per accelerare».
La speranza da Barcellona
Il fenomeno di Tavullia, insomma, sente ticchettare il cronometro: non solo quello dei giri di pista, ma soprattutto quello della sua carriera, che si avvicina inevitabilmente al termine. Per questo non si può più permettere di sprecare altre occasioni appresso a una moto che, al momento, non è all'altezza delle sue aspettative; per questo occorre che gli ingegneri studino delle contromisure, e rapidamente. Qualche segnale di miglioramento lo si è visto ieri, nella giornata di prove dopo-gara disputata sempre a Jerez, dove Rossi ha chiuso al decimo posto ma il suo compagno di squadra Maverick Vinales è risalito fino al quarto. «Abbiamo molto da fare – ha commentato in serata il nove volte iridato – Questo è stato un buon test: abbiamo provato parecchie soluzioni diverse, qualcuna si è rivelata un po' migliore, qualcun'altra un po' meno. Ma è stato importante, e in effetti siamo leggermente migliorati. Ma, secondo me, è nel prossimo test che arriverà qualcosa di davvero significativo. Sì, abbiamo cambiato qualcosa, ma era tutto già nel programma, e sinceramente si tratta di piccoli dettagli, che possono aiutare un po'. Ma sapendo che cosa avremmo dovuto provare non mi aspettavo comunque di fare un grande salto in avanti. Abbiamo svolto anche un lavoro importante per il futuro, trovando qualcosa di buono per l'accelerazione. Ma si è trattato solo di un primo passo, perciò ci serve un po' più di tempo». Il prossimo appuntamento in pista è fissato per fine settimana al Mugello, ma è dal test successivo in programma a Barcellona, dopo il Gran Premio di Francia, che Valentino si aspetta davvero un esito risolutivo. In particolare sul fronte dell'elettronica, che rimane il tallone d'Achille della sua Yamaha. «Sinceramente lo spero – conclude il numero 46 – Non so se sarà possibile, ma lo spero, anche perché dopo il test di Barcellona quello successivo sarà a Brno, quindi passerà molto tempo».