Rossi-Marquez, alla riunione volano parole pesanti
Il meeting della commissione sicurezza è stata l'occasione per il primo incontro diretto tra i due protagonisti dell'incidente in Argentina. Ed è stata alta tensione
AUSTIN – «Abbiamo imparato da te», ha attaccato Marc Marquez. «Ma cosa vuoi paragonare me a te? Io ne ho buttati fuori quattro in 20 anni, tu cinque in una gara», lo ha zittito Valentino Rossi. Non poteva che finire così, con scambi di accuse incrociati e toni accesi, la riunione di ieri sera della commissione sicurezza della MotoGP. In altre parole, il primo incontro ravvicinato tra i duellanti, venuti al contatto nell'ultimo Gran Premio d'Argentina, al culmine di due settimane infuocate dalle polemiche.
Ostilità alle stelle
Nel corso della riunione, durata oltre un'ora e terminata oltre le sette di sera locali, nella notte italiana, si è discusso di molti temi. Il grande capo della Dorna Carmelo Ezpeleta, presente insieme al figlio Carlos e al delegato Loris Capirossi (non c'era invece il direttore di gara Mike Webb, rappresentante della Federazione), ha in più occasioni invitato tutti a mantenere la calma, ma era inevitabile che quell'alta tensione che è continuata a scorrere sotterranea nel paddock trovasse effettivamente uno sfogo. Prima a puntare il dito è stato Aleix Espargarò, non contro Marquez (che pure aveva buttato per terra anche lui), bensì contro Danilo Petrucci, con il quale è sembrato avere il dente avvelenato dopo la gara di Termas. Poi, sul finale, anche i due attesi avversari hanno avuto quel breve ma violento scambio di opinioni. L'ennesima puntata di una saga infinita, che non è certamente stata risolta dal meeting di ieri. Anzi, semmai addirittura rinfocolata.
Ma i commissari restano
E gli organizzatori? Dal canto loro hanno promesso un giro di vite sulle punizioni, arrivando a minacciare la bandiera nera, ovvero la squalifica dalla gara, per chi provocherà d'ora in poi la caduta di un avversario. Gli stessi piloti avranno a disposizione un indirizzo email al quale potranno inviare ufficialmente la loro opinione sulle sanzioni da comminare ai propri avversari. Ma la linea dura della Dorna rischia di rimanere solo sulla carta: il regolamento, infatti, esiste già; il problema pare semmai legato a chi è chiamato a farlo rispettare. Ovvero i giudici, che in Argentina hanno manifestato tutta la loro inadattezza e il loro dilettantismo, eppure sono stati regolarmente riconfermati in blocco. È caduta nel vuoto, invece, la richiesta dei corridori di inserire un loro ex collega nella direzione gara: un'idea che a Ezpeleta non è proprio piaciuta, inspiegabilmente.
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