28 agosto 2025
Aggiornato 01:00
Calcio - Serie A

Paolo Berlusconi: «Le mani del governo di Pechino sul Milan»

Intervenuto a Telelombardia il fratello minore di patron Silvio ha confermato un’importante indiscrezione sui nuovi acquirenti del Milan: «Ci sono i fondi statali in questa operazione, dietro la cordata che sta per acquistare il club c’è il governo di Pechino».

MILANO - Era tanto che un esponente della famiglia Berlusconi non interveniva per dire la sua su quella che probabilmente sarà la cessione aziendale più clamorosa della recente storia del calcio italiano. Ci ha pensato Paolo Berlusconi, fratello minore del numero uno rossonero Silvio, che a Telelombardia ha fatto il punto della situazione sul futuro del Milan e anche sul mercato: «Peccato che sia andata così. Gli acquirenti non hanno voluto anticipare fondi e dalla Fininvest, che aveva già messo dentro tanti denari, non c’era l’intenzione di spendere senza un ritorno. Mi spiace soprattutto per non aver potuto investire su Pjaca. Per me è il nuovo Shevchenko, Allegri lo valuta un grande giocatore ma lo tiene in panchina. Tutto andava programmato con la nuova cordata e anche sul capitolo sponsorizzazioni non abbiamo potuto fare nulla. Per questo anche il mercato ne ha risentito».

Fondi statali per il Milan

A rassicurare parzialmente il popolo rossonero sul futuro del club di via Aldo Rossi, parole importanti da parte di Paolo Berlusconi anche sui nuovi acquirenti cinesi: «Avendo a che fare con investitori stranieri c’è sempre una specie di cortina fumogena a proteggere la riservatezza dell’operazione. Ma in questo caso ci sono anche fondi statali e infatti dietro la cordata che sta acquistando il Milan c’è il governo di Pechino. La Cina sta spingendo molto sul calcio, il presidente cinese ha intenzione di investire nello sport per dare ai ragazzi cinesi questa nuova possibilità verso una democrazia più aperta. Poi nelle loro intenzioni c’è anche la volontà di portare i Mondiali in Cina. Per questo vogliono aumentare il culto del calcio e le loro ambizioni sono alte. La nostra tranquillità deriva da questo: non c’è un personaggio, ma è il governo a farsi portavoce di questi valori».