Nicolò Bulega: «Per noi giovani Valentino Rossi è come un fratellone»
L'ultimo arrivato (in ordine di tempo) tra i pupilli del Dottore si è già ambientato nella grande famiglia della Vr46 Academy, nel Ranch di Tavullia dove si allena a suon di traversi e in Moto3 dove è migliore dei debuttanti

ROMA – Non solo una palestra di guida, ma anche una scuola di vita. Con la sua Vr46 Academy, la struttura che ha creato nella sua Tavullia per far crescere i giovani piloti italiani, Valentino Rossi ha indubbiamente centrato il suo obiettivo: diventare un punto di riferimento per i talenti del futuro, non solo dall'alto della sua esperienza di vent'anni di Motomondiale, ma anche a livello umano. Lo conferma l'ultimo arrivato della truppa, Nicolò Bulega, che ha esordito nella Moto3 iridata solo quest'anno, con il team del Dottore, lo Sky Vr46, ma è già riuscito ad imporsi come uno dei più promettenti della categoria. In appena undici Gran Premi, il 16enne di Montecchio Emilia ha già conquistato una pole position e un secondo posto («A Jerez, una pista che mi piace e che conoscevo come gli altri piloti, quindi non avevo svantaggi») ed è sesto assoluto nella classifica generale, migliore dei debuttanti.
Come un fratello maggiore
Merito del suo talento, certo, ma anche dell'atmosfera che il nove volte iridato ha saputo creare tra i suoi pupilli, un'atmosfera che aiuta il migliore sviluppo dei centauri emergenti, proprio come accade in una famiglia. Già, perché non solo il suo vero fratellino (Luca Marini, che corre in Moto2) ma anche gli altri membri della Vr46 Academy vedono Vale come una sorta di fratellone: «Valentino per me e per tutti gli altri ragazzi dell'Academy è come un fratello maggiore – racconta Bulega alla rivista austriaca Speedweek – Con lui possiamo parlare di tutto: di moto, ma anche della vita normale. Siamo sempre con lui, passiamo il nostro tempo libero insieme. È come una grande famiglia».
Allenamenti sullo sterrato
Oltre a coccolare i suoi giovani, Rossi li prepara al meglio alle sfide che affrontano in pista facendoli scontrare l'uno con l'altro a suon di traversi nel suo Ranch: «Credo davvero che andare al Ranch con Valentino sia il miglior allenamento per me, perché c'è sempre una grande battaglia, proprio come in classe Moto3 – prosegue Nicolò – Andiamo tutti lì per vincere, perciò non è solo un esercizio, ma una gara vera. Immagino che non ci possa essere allenamento migliore di questo, che ti prepara soprattutto a rimanere sempre concentrato, con l'obiettivo di arrivare primo. Questo è molto importante. In più, imparando a scivolare sul fondo sterrato si acquisisce più sensibilità nel dare gas, che è molto utile specialmente sul bagnato, ma anche sull'asciutto. Lo è in Moto3, ma certamente ancora di più in classi in cui si corre con mezzi più potenti come la Moto2 o la MotoGP».