28 marzo 2024
Aggiornato 14:30
Le prime impressioni di Macio

Marco Melandri-Ducati, è già amore: «Che moto!»

Sono bastati tre giorni di test a Misano perché il pilota ravennate prendesse le misure della Panigale R, con cui correrà dal prossimo anno nel Mondiale Superbike: «E sono già andato forte quanto i due titolari Giugliano e Davies»

ROMA – Tra Marco Melandri e la Ducati è già amore a prima vista. Sono bastati i primi tre giorni di test a Misano in sella alla Panigale R, la moto che dal prossimo anno il pilota ravennate guiderà per la squadra corse ufficiale della casa bolognese in Superbike, per scoprire già un grande feeling con il mezzo. E per andare forte, quasi quanto i due piloti titolari Giugliano e Davies. «Che moto, la amo! – esclama Macio al sito specializzato inglese Crash – Ho guidato la versione completa della Superbike con la squadra test, solo per familiarizzare, ma ho fatto già dei tempi molto simili a quelli di Davide e Chaz, quindi le sensazioni sembrano buone. In realtà, nella prima giornata ho trascorso un po' di tempo solo cercando di ritrovare il feeling di guida, perché da quasi un anno non guidavo una moto da corsa regolarmente, e per un pilota è molto tempo. Poi mi sono concentrato a cercare la giusta posizione in moto e alla fine abbiamo iniziato a lavorare sull'assetto e sulle messe a punto che mi potessero dare un po' di fiducia per cominciare ad andare un po' più forte. Mi ha colpito il funzionamento del motore: ha un'erogazione della potenza molto diversa dalle moto che ho guidato finora, con un'ottima coppia ai bassi giri. Penso che queste caratteristiche si adattino bene al mio stile di guida».

Il grande ritorno
Questa nuova opportunità si è presentata sul tavolo di Melandri dopo oltre un anno di assenza dalle corse. Da quando, per la precisione, era naufragato il fugace ritorno in MotoGP con la debuttante Aprilia. Un fallimento che gli aveva lasciato l'amaro in bocca, tanto da farlo anche ragionare sulla possibilità di appendere definitivamente il casco al chiodo. «Dentro la mia testa sono sempre stato un pilota, ma la realtà è che non avevo una moto, perciò dall'esterno potevate definirmi un ex pilota – ammette – Ma la mia convinzione era che quando si fosse presentata l'opportunità, per me sarebbe stato fantastico. Un pilota deve essere sempre pronto alla fine della sua carriera, prima o poi capita a tutti. Ma per me ora è ancora un po' presto, anche perché la mia ultima stagione di corse era finita male, con un progetto in cui non credevo veramente. Era frustrante non avere una moto dopo che le cose erano finite in quel modo e sentendomi ancora forte. Ero davvero aperto a qualsiasi possibilità: un sellino, un progetto diverso o perfino il ritiro. Non avevo piani, stavo solo aspettando». E, a forza di aspettare, è arrivata a sorpresa la chiamata da Borgo Panigale: «Per me è stata una situazione strana, perché non correvo da parecchio tempo ed è successo tutto molto rapidamente. Avevo sentito delle voci ma non volevo farmi illusioni, quindi non mi aspettavo nulla. Considerata la mia lunga assenza, mi sembrava incredibile un interesse da parte della Ducati. Quando ho ricevuto la loro offerta, non ci potevo credere. Per me era importante tornare con un team con il quale credevo di poter essere davvero veloce. Ho ricevuto alcune offerte durante la stagione 2016 ma per me era più importante ottenere un'opportunità competitiva piuttosto che tornare con una moto qualsiasi. E onestamente penso che una Ducati ufficiale sia probabilmente la migliore che potessi immaginare. Ricordatevi che non ho più 20 anni, perciò devo tornare con un team che possa lottare per la vittoria da subito. E la Ducati è una moto speciale, i tifosi la amano quasi più del pilota, è una grande responsabilità. Attendo la prossima stagione più di quanto abbia mai fatto nella mia carriera».