19 aprile 2024
Aggiornato 16:30
Le capacità del Dottore

Cosa rende speciale Valentino Rossi? Lo spiegano i suoi collaboratori

Il suo telemetrista Matteo Flamigni e il suo coach Luca Cadalora raccontano le doti mentali e di guida del campione di Tavullia: «È molto stabile, preciso nella guida ed è capace di fornire indicazioni dettagliate»

Valentino Rossi con il suo capotecnico Silvano Galbusera
Valentino Rossi con il suo capotecnico Silvano Galbusera Foto: Michelin

ROMA – Precisione di guida, stabilità e intuizione nella scelta delle traiettorie, rapidità nei cambi di direzione, efficacia in frenata e soprattutto cura dei dettagli. Questi sono gli ingredienti che fanno un campione. Anzi, il campione per eccellenza: Valentino Rossi. Le doti che lo hanno reso in grado di resistere ai massimi livelli del motociclismo fino a trentasette anni, superando un numero incredibile di rivoluzioni tecniche e di avversari giovani ed agguerriti. A raccontarle sono due tra gli uomini che ad ogni weekend di gara lavorano a più stretto contatto con lui e, dunque, lo conoscono meglio: il telemetrista Matteo Flamigni e il coach Luca Cadalora.

Cosa emerge dalle telemetrie
Flamigni, che dal 2004 studia ininterrottamente i dati elettronici delle moto del Dottore, si concentra innanzitutto sulle abilità mentali del suo pilota: «È molto stabile – spiega in un'intervista al sito specializzato tedesco Motorsport Total – Quando la moto è a punto, è molto preciso, è capace di ripetere lo stesso giro in successione per moltissime volte di seguito, è impressionante. E poi il suo punto di forza, che aiuta molto il mio lavoro, è la sua capacità di fornire indicazioni estremamente dettagliate. Potete immaginare quanti dati io debba studiare. Per fortuna, lui mi dice esattamente in quale giro e a quale curva è avvenuto il problema, perciò sono in grado di cercarne immediatamente la causa». Ma con tanti anni di dati telemetrici raccolti, l'ingegnere si è fatto un'idea anche delle peculiarità di guida del nove volte campione del mondo: «Conosco Valentino molto bene e in passato l'ho spesso confrontato con i suoi compagni di squadra: Checa, Edwards e Lorenzo – racconta Flamigni – Ho paragonato i diversi stili di guida e così ho imparato a conoscere il suo. La sua frenata è molto speciale, lì è bravissimo. Ma è anche molto veloce nei cambi di direzione delle curve veloci: è rapidissimo a gestire i freni anteriori e posteriori mentre la moto è in movimento. Questo ti dice molto di un pilota».

Le osservazioni di Cadalora
Ma il più accreditato a fornire un parere sullo stile di guida di Vale è probabilmente Luca Cadalora, già tre volte campione del mondo nel Motomondiale (tra le classi 125 e 250) e ingaggiato quest'anno per fargli da coach. «Le traiettorie? Sono questione di centimetri, o anche meno – spiega l'ex pilota modenese – Non è una questione tecnica, non ci sono regole ferree. È sempre diverso, è qualcosa di artistico. Valentino e io siamo sulla stessa lunghezza d'onda. I piloti e le moto di oggi sono spinti al limite estremo, la differenza la fa un decimo di secondo al giro, o anche meno. Per vincere bisogna portare al massimo tutti i dettagli». E proprio in questo consiste il lavoro di Cadalora: «Gli do dei semplici consigli, non gli dico di fare questo o quello. Penso a ciò che ho visto e gliene parlo, poi è Valentino a decidere se le mie parole lo convincono o meno. Giro attorno alla pista con il mio scooter e osservo, cerco di sentire la pista e vedere come Valentino e gli altri piloti guidano. Poi studio i tempi e lo aiuto a decidere quale traiettoria sia meglio usare».