«La Aprilia vincerà. Anche in MotoGP»
Romano Albesiano, il capo della casa di Noale nelle corse, parla ai nostri microfoni alla vigilia dell'inizio della prima vera stagione nel Motomondiale: «Sarà un anno duro, ma siamo più forti. Vogliamo entrare nei 10. E poi...»
ROMA – Romano Albesiano, direttore Aprilia Racing, il vostro 2016 è cominciato con la decisione di investire tutto sulla MotoGP lasciando da un lato la Superbike.
Sì. Più di un anno fa abbiamo scelto di entrare nel Motomondiale ed era prevedibile che il passo successivo fosse quello di concentrarci completamente su questa categoria, estremamente impegnativa. Come abbiamo detto tante volte l'Aprilia ha nel cuore la Superbike, ma una volta presa questa decisione non era più possibile sostenere questi due impegni al livello che la gente si attende da noi. In Sbk o vinciamo o per noi è una disfatta. Non avremo un impegno ufficiale, ma abbiamo dato disponibilità a fornire le nostre moto a dei team clienti.
Lo avevate già deciso nel 2015, poi però vi siete fatti di nuovo trascinare dentro. Perché?
Proprio perché staccare del tutto da quel mondo non era una decisione facile. Il 2015 è stato un anno di transizione, ma ora è completato. Siamo in MotoGP al 100%.
La vostra prima stagione nel Motomondiale è cominciata male e finita meglio, quindi possiamo parlare di progressi. Ma ora c'è in cantiere una moto completamente nuova.
Il 2015 è stato difficile ma necessario. Pur avendo una moto che correva nella Art, non conoscevamo davvero il livello attuale della MotoGP. L'anno scorso abbiamo capito il tipo di impegno che serve per affrontare questo campionato e ora siamo decisamente più pronti. Abbiamo due ottimi piloti e una moto nuova che sta arrivando e speriamo ci permetta, nel corso dell'anno, di toglierci le nostre soddisfazioni.
Che obiettivo hai in mente?
Stare stabilmente tra i primi dieci.
Se dovessi dare un voto alla prima stagione della Aprilia?
Tutto considerato, ci possiamo dare un sei meno. Non è certamente la nostra ambizione quella di rimanere a metà classifica.
Ma lo sapevate fin dall'inizio che sarebbe stata un'annata difficile.
L'alternativa era una stagione di test, che poteva essere anche una buona scelta, ma non ci avrebbe dato gli stessi stimoli. Quando si va a correre poi si è costretti a cercare di non essere ultimi, nonostante l'annata di transizione con una moto che era una via di mezzo. Tutta la struttura è stata sottoposta ad uno stress enorme, i nostri tecnici hanno lavorato tantissimo, abbiamo portato tante novità tecniche: dal cambio seamless, al sensore di coppia, alla pneumatica, ad una diversa strategia di gestione dei consumi. La crescita tecnologica è stata forte e oggi possiamo affrontare il 2016, che sarà ancora difficile, più forti. E con una migliore amalgama con gli uomini del team Gresini, con cui abbiamo iniziato a collaborare solo l'anno scorso.
Quanto hanno influito i problemi con Melandri all'inizio dell'anno?
La difficoltà di Marco ad adattarsi alla categoria ha sicuramente rallentato la crescita. Non abbiamo potuto chiedergli più di tanto in termini di test e di sviluppo.
L'arrivo del software unico per voi, che siete già in fase di miglioramento, è un vantaggio o avreste preferito poter lavorare con una vostra elettronica?
In assoluto è un lavoro, un impegno, un costo in più. Ma penso che alla fine genererà un livellamento di valori che, per noi che inseguiamo, non può che essere positivo.
Così come le gomme Michelin, con le quali tutti ripartiranno da zero.
Esatto. Quest'anno abbiamo capito che gli altri team avevano scoperto come far funzionare le Bridgestone per ottenere la necessaria trazione e noi no, perché non avevamo né dati né esperienza. Ora si riparte tutti da zero, con qualche problemino, ma anche questo ci potrà dare una mano.
Cosa ti farebbe concludere il 2016 dicendo: «Sono soddisfatto»?
Stare tra i primi dieci almeno con un pilota. Entrare con una certa frequenza nella Q2. E poi vediamo, mi mordo la lingua...
Se non fossi ambizioso non faresti questo mestiere.
Aprilia ha una tradizione incredibile di vittorie. Abbiamo chiesto ai nostri tifosi un anno di pazienza, che sicuramente è costato anche a loro, ma progressivamente cercheremo di dargli delle soddisfazioni sempre migliori. Vincere qui è molto, molto difficile. Ma rimane il nostro obiettivo a medio termine.
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