25 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Un'altra tragedia nell'automobilismo

Ex pilota di F1 muore in un incidente nelle corse USA

Justin Wilson, che corse nella massima Formula nel 2003, ha perso la vita a 37 anni in una gara di IndyCar, colpito sul casco dal musetto di un'altra monoposto incidentata. E si torna a parlare di cupolini che proteggano la testa dei piloti

ROMA – Un'altra tragedia colpisce il mondo dell'automobilismo, un mese dopo la scomparsa di Jules Bianchi. Justin Wilson, 37enne inglese ex pilota di Formula 1, si è spento ventiquattr'ore dopo il terribile incidente di cui è stato vittima durante una gara della serie americana IndyCar Series. Wilson aveva corso nella massima categoria nel 2003 con Minardi e Jaguar (avendo vinto la serie propedeutica, allora chiamata Formula 3000, nel 2001), prima di emigrare negli Stati Uniti dove era diventato un veterano delle monoposto americane. Domenica stava disputando l'ennesima gara su un ovale della Pennsylvania quando il musetto di un'altra vettura incidentata lo ha colpito dritto sul casco. Immediatamente ha perso conoscenza e la sua auto, priva di controllo, si è scontrata contro le barriere. Lo schianto gli ha provocato un grave infortunio alla testa che lo ha mandato in coma. Ieri, la famiglia ha annunciato il drammatico epilogo: Justin Wilson ha perso la vita, lasciando la moglie e due bambini.

Dolore e polemiche
La notizia ha comprensibilmente scosso l'ambiente delle corse, compreso il mondo della Formula 1, che non aveva mai dimenticato il suo «gigante buono», pur apparso come una meteora nella categoria. «I miei pensieri vanno alla sua famiglia e agli amici – ha twittato Fernando Alonso – È triste e difficile da accettare». «Il mondo dei motori si ferma di nuovo – gli ha fatto eco Jenson Button – Wilson era una grande persona e un grande pilota». Ma, oltre al dolore, questo incidente ha riaperto l'infinita polemica sulla sicurezza degli abitacoli. Prima delle tragedie di Bianchi e di Wilson, infatti, un episodio simile aveva quasi ucciso Felipe Massa nel 2009, quando fu colpito sul casco da una molla delle sospensioni, e in Formula 2 una gomma volante costò la vita al giovane figlio d'arte Henry Surtees.

Protezione per il casco del pilota
Questa striscia di vittime starebbe finalmente convincendo la Federazione internazionale dell'automobile a riprendere in mano l'idea di introdurre una protezione per il casco del pilota: un solido cupolino che circondi la testa, studiato per primo dalla Mercedes. «Saranno provati già il mese prossimo», ha rivelato il corrispondente del Times Kevin Eason. «Ieri c'è stato un incontro in cui è finito sul tavolo il caso Wilson – ha aggiunto il quotidiano spagnolo Marca – ed è stato concordato di procedere a nuovi test in settembre». Sulla stessa linea anche il direttore di gara della Formula 1, Charlie Whiting, che ha confermato all'agenzia di stampa Reuters: «Dobbiamo perseverare. Dobbiamo fare qualcosa per proteggere il pilota in tutte le circostanze». Perché tragedie come questa non debbano ripetersi mai più.