20 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Doping

Valverde-Coni, è guerra: denunciato Torri in Spagna

Secondo legali ciclista procura antidoping ha commesso due reati

ROMA - Gli avvocati del ciclista spagnolo Alejandro Valverde hanno presentato oggi una querela contro il procuratore antidoping del Coni, Ettore Torri. Due le ipotesi di reato avanzate: la prima per avere disobbedito alle autorità giudiziarie spagnole, la seconda per falsificazione di documenti. Torri, secondo quanto spiegano i legali di Valverde in una nota, starebbe «testardamente e reiteratamente proseguendo nella sua opera con assoluto disprezzo delle autorità giudiziarie spagnole, rifiutandosi di obbedire all'atto che impedisce al Coni di utilizzare le prove del procedimento penale contro gli atleti«.

L'azione penale è quindi stata indirizzata ed estesa «a tutte le persone che hanno collaborato con il signor Torri nei fatti denunciati e a tutti coloro che disobbediranno alle autorità giudiziarie spagnole«. Gli avvocati del ciclista due giorni fa si sono presentati al Coni per dichiarare l'innocenza del proprio assistito, mettendo in evidenza le presunte «terribili irregolarità commesse nel procedimento«, sottolineando ancora una volta che «il Coni non può giudicare questi fatti« e che la vicenda può essere rimessa alla sola autorità competente, la federciclismo spagnola. L'udienza di Valverde presso il Coni si celebrerà il prossimo 11 maggio a Roma.

Secondo la procura antidoping del Coni, in base alle indagini della Procura di Roma, il Dna di Valverde, ricavato dal sangue prelevato al ciclista dopo la tappa conclusa a Prato Nevoso nel corso del Tour de France del 2008, corrisponderebbe a quello rinvenuto in una delle sacche trovate negli uffici del «famigerato« professor Eufemiano Fuentes, il medico al centro dell'inchiesta spagnola Operacion Puerto. Per questi motivi la procura del Coni ha chiesto due anni di inibizione per Valverde.