Doping: dichiarazione sottosegretario alla Salute Francesca Martini
Esprimo grande rammarico per »l’assenza forzata», agli imminenti Giochi Olimpici di Pechino, di giovanissimi atleti italiani che avrebbero, senza dubbio alcuno, portato grande lustro al nostro Paese. Resto assai perplessa rispetto alla evidenziazione di sostanze doping emerse nelle analisi di questi atleti e quindi esprimo preoccupazione rispetto a tutte quelle eventuali preparazioni, che magari in buona fede, sono state assunte e possono essere sfuggite alle maglie strettissime della nostra normativa con cui il nostro Paese si attesta tra le eccellenze a livello internazionale.
Ricordo infatti che in Italia corre l’obbligo, per i produttori di farmaci , di applicare un bollino rosso recante la scritta «doping» su tutte le confezioni di farmaci che contengono, anche in minima parte, un solo principio attivo della lista pubblicata in Gazzetta Ufficiale, relativa alle sostanze proibite da parte della organizzazione mondiale che opera nella lotta al doping, il WADA (World Antidoping Agency).
Rilevo inoltre il sempre ottimo e costante lavoro della nostra Commissione di Vigilanza antidoping e della nostra Federazione Medico Sportiva che effettua le analisi. Esprimo grande preoccupazione perché, nonostante anche le preparazioni galeniche effettuate direttamente dal farmacista abbiano l’obbligo di apporre l’indicazione dell’eventuale presenza di sostanze appartenenti all’elenco sopraccitato, oggi siamo invasi da prodotti classificati come erboristici che potrebbero contenere in modo fraudolento sostanze vietate non segnalandole.
Assolutamente pericoloso anche l’acquisto di prodotti in vendita su internet che sfuggono alle maglie della legislazione e che sono difficilmente quantificabili e qualificabili.
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