19 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Eating Planet, la seconda edizione

Il cibo del futuro pensa al benessere nostro e del pianeta

Una dieta sana non incide solo sulla nostra salute, ma anche su quella del pianeta. La doppia piramide che mostra quanto ciò che mangi può fare la differenza.

MILANO - Quando mangiamo o buttiamo del cibo non pensiamo quasi mai all'impatto che questi gesti quotidiani hanno sull'ambiente. Eppure il cibo è il primo responsabile di emissioni di gas serra col 31%, più del riscaldamento (23,6%) e dei trasporti (18,5%). Non solo. In Italia mangiamo sempre di più in modo scorretto: abbiamo il numero di bambini in sovrappeso o obesi tra i più alti d'Europa. E se a questo si unisce il fatto che siamo sempre più sedentari, i rischi legati a malattie come il diabete o le patologie cardiache appaiono evidenti. A tracciare il quadro, il Barilla Center for food&nutrition in occasione della pubblicazione della seconda edizione di Eating Planet.

In arrivo la seconda edizione di eating Planet
Il presidente, Guido Barilla: «La seconda edizione di eating Planet si rivolge a tutte le persone per cercare di fare capire quali sono le grandi tematiche legate al cibo e all'alimentazione ma anche alla sostenibilità perchè le abitudini alimentari hanno un enorme impatto sulle abitudini alimentari». Gli aspetti del problema sono due, dunque, uno legato alla salute e l'altro all'impatto ambientale.

La doppia piramide che mostra quanto ciò che mangi può fare la differenza
Rappresentativo è il modello della doppia piramide, elaborato dal Bcfn che dimostra la correlazione tra le scelte alimentari e l'impatto ambientale. Un modello che sostiene la bontà della dieta mediterranea. Camillo Ricordi, professore di Medicina all'Università di Miami: «La sfida del nostro secolo è l'epidemia dell'obesità, del diabete, le malattie croniche degenerative legate a uno stile di vita poco sano. Per cui tornare a una dieta mediterranea non quella bastardizzata potrebbe avere un impatto importante».

L'altro lato della medaglia, la crisi ambientale
L'altro lato della medaglia, quello della crisi ambientale, lo mette bene in luce il professor Riccardo Valentini, premio Nobel della Pace 2007: «Ci troviamo a 00.00.41 sostenibile. Oggi siamo di fronte a una crisi alimentare globale che si incrocia con una crisi climatica - spiega - Al 2050 avremo 9 miliardi di persone e la terra è sempre di meno: bisognerà sfamare nuove generazioni ma allo stesso tempo mantenere un equilibrio per il Pianeta con una agricoltura sostenibile». La mancata percezione o la scarsa conoscenza dell'enormità del problema porta a scelte scorrete. «Il mondo comincia a essere informato, lo abbiamo visto a Expo e poi a Parigi, ma le persone non hanno chiare le abitudini da intraprendere».