19 marzo 2024
Aggiornato 05:00
Sicurezza alimentare

Spezie da cucina tossiche: contengono elevati livelli di piombo

Molte spezie che arrivano dall'estero sono state trovate avere elevati e pericolosi livelli di piombo, un metallo altamente tossico

Spezie piene di piombo
Spezie piene di piombo Foto: Eugenia Lucasenco | shutterstock.com Shutterstock

Dopo i numerosi casi di avvelenamento da piombo avvenuti a New York City (NYC), le autorità sanitarie hanno scoperto che la causa erano delle spezie da cucina che arrivavano dall’estero – come quelle che importiamo anche noi in Italia. Così, i ricercatori del Dipartimento di Salute e Igiene Mentale di New York hanno condotto uno studio per approfondire la faccenda, scoprendo che proprio alcune delle spezie utilizzate in cucina avevano alti livelli di piombo, un metallo altamente tossico sia per il corpo che per la mente.

L’indagine
A condurre lo studio, pubblicato sul Journal of Public Health Management and Practice in uno speciale dedicato alla prevenzione dell’avvelenamento da piombo, è stato un team di ricercatori guidati dalla dott.ssa Paromita Hore che hanno analizzato e studiato gli effetti sulla salute dell’esposizione al piombo e i potenziali rischi di questa esposizione da fonti ‘non tradizionali’. «Mentre la vernice a base di piombo e i rischi sul piombo da lavoro rimangono le principali fonti di esposizione al piombo tra i bambini e gli uomini con avvelenamento da piombo a New York, queste non sono le uniche fonti di piombo possibili», scrivono i ricercatori.

Le spezie sono una fonte di piombo
Le spezie sono risultate essere una potenziale fonte di esposizione al piombo. Tra il 2008 e il 2017, il Dipartimento della salute di New York ha testato oltre 3.000 campioni di prodotti di consumo durante le indagini su casi di avvelenamento da piombo e indagini sui negozi locali. Tra i diversi prodotti, le spezie erano quelle più frequentemente testate. Nello specifico, sono stati testati quasi 1.500 campioni provenienti da 41 diversi Paesi al mondo.
Dai risultati delle analisi è emerso che più della metà dei campioni di spezie presentavano concentrazioni di piombo rilevabili e oltre il 30% aveva concentrazioni di piombo superiori a 2 parti per milione (ppm), che è il limite consentito per il piombo in alcuni additivi alimentari e utilizzato come valore di riferimento dal Dipartimento della salute di New York.

Le differenze tra i Paesi
I ricercatori hanno inoltre trovato che le spezie importate dall’estero avevano un contenuto di piombo medio molto più alto di quelle prodotte e vendute negli Stati Uniti. Per esempio, la curcuma Georgian kharcho suneli acquistata a New York aveva una concentrazione di piombo media inferiore a 2 ppm, ma quando le stesse spezie venivano acquistate all’estero, le concentrazioni medie superavano i 50 ppm. «Le più alte concentrazioni di piombo sono state trovate in spezie acquistate in Paesi come Georgia, Bangladesh, Pakistan, Nepal e Marocco», scrivono i ricercatori. Va sottolineato che anche in Italia importiamo le spezie da molti di questi Paesi, compresi i cosiddetti mix come per esempio il Curry.

Esserne informati
Sapendo cosa si rischia a utilizzare certe spezie, bisognerebbe poter sapere se il prodotto che si sta acquistando è sicuro. Poiché molte spezie arrivano dai Paesi già menzionati, e pertanto a rischio, in mancanza di una chiara dichiarazione dell’azienda produttrice o dell’importatore che questi prodotti sono sicuri e privi di piombo, è forse bene astenersi dal comprarli e utilizzarli. «I professionisti della salute pubblica e gli operatori sanitari dovrebbero anche essere a conoscenza delle spezie come potenziale fattore di rischio per l’esposizione al piombo, e sottoporre a screening i cittadini a rischio», sottolineano gli autori dello studio.

Le spezie tossiche
Dall’analisi e l’indagine dei ricercatori è emerso che la maggior parte delle spezie contaminate importate dall’estero erano in contenitori senza marca e prive di informazioni sul marchio. I più alti livelli di piombo sono stati misurati nella spezia georgiana kviteli kvavili, o ‘fiore giallo’. Altri esempi di spezie contaminate importate dall’estero comprendevano curcuma, peperoncino piccante, peperoncino in polvere e paprika. Secondo la dott.ssa Hore e colleghi, lo studio ha importanti implicazioni per i programmi di salute pubblica, la politica e le normative internazionali sulla sicurezza alimentare. Infine, fanno notare che l’adulterazione delle spezie, intenzionale o involontaria, può avvenire ovunque lungo la catena di approvvigionamento. «In generale, un approccio esclusivamente localizzato o nazionale per affrontare la contaminazione delle spezie non è adeguato, poiché il problema è globale», concludono gli autori.

Riferimento: ‘A Spoonful of Lead: A 10-Year Look at Spices as a Potential Source of Lead Exposure’ - Journal of Public Health Management and Practice - DOI:10.1097/PHH.0000000000000876.