23 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Sclerosi multipla e malattie autoimmuni

Svolta epocale per la sclerosi multipla, svelato il mistero della morte cellulare cerebrale. La possibile cura è vicina

Scienziati identificano il processo dietro alla piroptosi nella sclerosi multipla. Dopo di che, sono stati in grado di bloccare l’enzima nel cervello che ne è responsabile

Sclerosi multipla
Sclerosi multipla Foto: Miriam Doerr Martin Frommherz | shutterstock.com Shutterstock

CANADA – Ricercatori dell’Università di Alberta in Canada hanno fatto una grande scoperta: identificare il processo dietro alla morte delle cellule cerebrali nella sclerosi multipla (SM), chiamato piroptosi, o morte infuocata. Da questo, si è poi osservato che questa morte può essere fermata utilizzando un farmaco antinfiammatorio che blocca l’enzima nel cervello. Questa scoperta potrebbe divenire il passo per una cura di questa malattia autoimmune e degenerativa.

Il punto di svolta
La ricerca di una cura per la sclerosi multipla, che a oggi non c’è, potrebbe essere arrivata a una svolta dopo questa scoperta. «Questo – sottolinea infatti il dottor Chris Power, neurologo, autore principale dello studio e co-direttore dell’UAlberta MS Center – potrebbe essere un punto di svolta, perché abbiamo scoperto un meccanismo fondamentale attraverso il quale nella SM le cellule cerebrali sono danneggiate dall’accoppiamento dell’infiammazione con la neurodegenerazione. Il farmaco è già noto per essere sicuro negli esseri umani».

Lo studio
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PNAS, e sono la prima analisi molecolare della piroptosi nel cervello umano. La piroptosi è in sostanza un tipo di morte cellulare programmata associata all’infiammazione, tuttavia il suo ruolo nella SM era precedentemente sconosciuto. I ricercatori fanno notare che in questo studio si è stati in grado di mostrare la piroptosi in entrambi i tessuti cerebrali di pazienti affetti da sclerosi multipla e in modelli di SM da laboratorio.

Un contributo chiave
«I risultati dello studio – spiega Karen Lee, vicepresidente di ricerca presso la MS Society of Canada – forniscono un contributo chiave nel campo della SM nell’identificare un nuovo meccanismo che contribuisce alla progressione della SM. La MS Society of Canada è incoraggiata dai risultati di questo studio e da cosa significa per le persone che vivono con la SM: sperare in un’altra via attraverso la quale poter esplorare le opzioni di trattamento per fermare la SM».

Il farmaco che agisce contro la piroptosi
Il laboratorio del dottor Power ha scoperto che il farmaco noto come VX-765 protegge gli oligodendrociti, le cellule che isolano i nervi nel cervello e sono suscettibili di danneggiamento da parte della SM. L’VX-765 è attualmente utilizzato in studi clinici per l’epilessia. «Riteniamo che questo farmaco interromperà il ciclo dell’infiammazione neurotossica e quindi preverrà la futura perdita di cellule cerebrali nella SM», ha dichiarato Brienne McKenzie, prima autrice dello studio e dottoranda presso la Facoltà di Medicina e Odontoiatria della U of A.

La sfida
Il dottor Power e il suo team confidano che l’identificazione di questo meccanismo apra anche le porte a nuovi indicatori per monitorare la progressione della malattia. Il che è una sfida, dal momento che i sintomi possono variare ampiamente tra i pazienti. «Gli attuali trattamenti per la SM funzionano per ridurre l’infiammazione, ma non c’è nulla che colpisca le cellule cerebrali stesse – precisa Avindra Nath, direttore clinico dell’Istituto nazionale per il disturbo neurologico e l’ictus al National Institutes of Health di Bethesda – Questo documento identifica un nuovo percorso clinicamente rilevante che apre le porte a nuovi bersagli terapeutici che prevengono il danno cellulare».

Disclaimer
Lo studio è stato reso possibile grazie a una collaborazione con un laboratorio presso il National Institutes of Health a Washington, DC. La MS Society of Canada e la University Hospital Foundation hanno fornito supporto finanziario per la ricerca.