16 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Disturbi visivi

Retina artificiale e dimissione in 24 ore: l'intervento si esegue a Milano

All'Ospedale San Paolo, solo due ore di intervento per impiantare la retina artificiale su un paziente totalmente cieco. Risultati entusiasmanti

Occhi e vista
Occhi e vista Foto: Lucky Business | shutterstock.com Shutterstock

MILANO – Successo per l’intervento di impianto di retina artificiale a due anni dal primo, effettuato per curare una grave forma di retinite pigmentosa. All’Ospedale San Paolo (ASST Santi Paolo e Carlo) di Milano è infatti stata nuovamente utilizzata la tecnica chirurgica per l’impianto di retina artificiale Argus II su un paziente totalmente cieco: una particolare procedura che non ha pari. Un’operazione in anestesia generale che dura dall’ora e mezza alle 2 ore e il giorno successivo il paziente può tornare a casa.

Durante l’intervento chirurgico si applica una protesi retinica che utilizza la stimolazione elettrica delle cellule retiniche ancora ‘vitali’, convertendo le immagini catturate da una mini videocamera montata sugli occhiali del paziente in una serie di piccoli impulsi elettrici che vengono trasmessi in modalità wireless a una matrice di elettrodi impiantati sulla superficie retinica.

A casa dopo sole 24 ore
Luca Rossetti, direttore della Clinica Oculistica dell’Ospedale metropolitano che è Centro di riferimento regionale per la Retinite Pigmentosa, nonché professore ordinario dell’Università degli Studi di Milano, si avvale della preziosa collaborazione del suo team di chirurghi vitro-retinici. A distanza di 24h dall’intervento il paziente è pronto a tornare a casa e in due settimane ad affrontare la seconda parte del programma che prevede il percorso di riabilitazione, personalizzato anche in base alle sue aspettative e fondamentale per sfruttare al massimo le potenzialità offerte dal dispositivo. «La prima fase di riabilitazione - spiega Rossetti - si svolge in Clinica, dove i pazienti, seguiti da un team di specialisti, apprendono informazioni di base per l’utilizzo e la gestione autonoma dell’impianto (campo visivo, posizione degli occhi, gestione dei filtri). Una volta acquisita dimestichezza con il dispositivo potranno esercitarsi all’esterno, insieme a un terapista che insegnerà loro a integrare la nuova visione con i normali ausili per la mobilità».

Entusiasmanti risultati
I risultati sono entusiasmanti: dopo un periodo di riabilitazione della durata di alcune settimane e con un programma personalizzato, i pazienti riescono a individuare una persona di fronte e delinearne i contorni localizzando il chiarore del volto. Inoltre, riescono a localizzare oggetti sul tavolo come una tazzina da caffè o a individuare un posto libero sui mezzi pubblici o in una sala d’attesa e recuperano una maggiore sicurezza nella mobilità all’esterno riconoscendo strisce pedonali, alberi, ostacoli. «Riuscire ad attraversare la strada identificando le strisce pedonali, leggere i cartelli, spostare un ostacolo che vedo davanti a me: queste sono state delle grandi vittorie - dice Aldo, operato 3 mesi fa - la riabilitazione è impegnativa ma i risultati sono emozionanti».
A oggi 4 sono stati i pazienti in cura presso l’Ospedale San Paolo che hanno potuto beneficiare di questa particolare tecnologia anche grazie alla generosità dell’Associazione Retinitis Onlus prima e da un finanziamento erogato da Regione Lombardia per gli ultimi 2 interventi.