28 marzo 2024
Aggiornato 13:00
Schizofrenia

Trovata l’origine della schizofrenia: è «nascosta» nel cervello

Un team italiano di scienziati sembra aver trovato l’origine della schizofrenia: è racchiusa nel cervello

Scoperta l'origine della schizofrenia
Scoperta l'origine della schizofrenia Foto: HQuality | Shutterstock Shutterstock

Nell’ottocento si chiamava Dementia praecox, il termine sottolineava l’enorme alterazione del modo di pensare e del comportamento definito normale. Il soggetto schizofrenico può arrivare ad avere allucinazioni uditive, deficit cognitivi e fare discorsi completamente disorganizzati. Va da sé che, in tali condizioni, la vita sociale diventa estremamente complicata. Tuttavia, è importante evidenziare che schizofrenici non si nasce e che la maggior parte delle persone lo diventa in età adulta, per causa ancora sconosciute. Ma un team di ricerca è riuscito a scoprire dove nasce il problema. Ed è, ahimè, proprio nel nostro cervello. Siamo tutti, quindi, a rischio schizofrenia?

La culla della schizofrenia
Perché una persona che fino a poco tempo prima mostrava un comportamento apparentemente normale finisce per diventare schizofrenico? Una possibile risposta arriva da un team di ricercatori italiani Center for Neuroscience and Cognitive Systems (Cncs) dell’Istituto italiano di tecnologia di Rovereto, il quale sembra aver scoperto l’origine della malattia. In particolare gli scienziati sembrano essere riusciti ai scovare le regioni cerebrali coinvolte nella distorsione della percezione sensoriale.

Le origini della schizofrenia
«Comprendere quali siano le regioni cerebrali all’origine della malattia è il primo passo per programmare terapie farmacologiche più mirate contro questa malattia», sottolinea Angelo Bifone, primo autore dello studio. Tra i vari sintomi della schizofrenia - per altro già citati - ricordiamo anche che un paziente affetto da un simile disturbo può avere difficoltà ad elaborare o comprendere l’intonazione di alcuni suoni ed avere problemi di percezione visiva. Un esempio caratteristico di distorsione della realtà ci viene fornito da Luis Wain, un artista inglese noto per il suo amore verso i gatti. Negli ultimi anni, tuttavia, la schizofrenia lo ha portato a dipingere il felino in maniera decisamente alterata. Un segno tipico della malattia.

-          Sapevi che…?
Recenti studi hanno evidenziato che i grandi fumatori sono anche quelli maggiormente soggetti alla schizofrenia o, comunque, che i pazienti schizofrenici abbiano un’altissima dipendenza dal fumo. Pare, infatti, che l'uso di sigarette sia altissimo nei soggetti con diagnosi di schizofrenia: le stime parlano dell’80%-90% di fumatori abituali tra i pazienti schizofrenici. Mentre nella popolazione normale la percentuale scende al 20%.

Frammentazione della connettività
Numerosi studi, condotti grazie alle nuove tecniche di neuroimmagine, sono riusciti a dimostrare come la schizofrenia sia associata alla cosiddetta frammentazione della connettività funzionale. Il termine indica un problema di comunicazione tra due aree della corteccia cerebrale. Tuttavia, è importante sottolineare che prima d’ora non si sapeva quali erano le aree coinvolte.

Alterazione delle funzioni cognitive
Lo studio italiano, è stato il primo a comprendere che la frammentazione della connettività funzionale avviene già a livello delle aree sensoriali primarie che si trovano nella corteccia cerebrale. Più precisamente quelle deputate all’elaborazione degli input visivi e uditivi. E, inaspettatamente, non sono state rilevate alterazione nelle aree cerebrali frontali come ipotizzato fino a ieri. In sintesi, i pazienti affetti da schizofrenia presentano disfunzioni della percezione iniziale del segnale, le quali influenzano negativamente le funzioni cognitive superiori. «Attraverso questo studio dimostriamo che la frammentazione della connettività cerebrale interessa maggiormente le regioni sensoriali primarie e quindi che la comunicazione è già alterata a un livello molto basso dell’elaborazione del segnale», conclude Cécile Bordier autrice dello studio. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Neuroimage: Clinical.

[1] De Leon J, Diaz FJ, A meta-analysis of worldwide studies demonstrates an association between schizophrenia and tobacco smoking behaviors, in Schizophrenia research, vol. 76, 2-3, 2005, pp. 135–57, DOI:10.1016/j.schres.2005.02.010, PMID 15949648.