Allergie alimentari: nei bimbi possono essere le salviettine detergenti
E’ boom di allergie alimentari nei bambini. Oltre a fattori ambientali e genetici un ruolo possono avercelo anche le salviettine umidificate usate per detergere e pulire la pelle

STATI UNITI – Chi avrebbe mai detto che le salviettine umidificate, igieniche, usate per detergere e pulire la pelle dei bambini avessero un ruolo nel boom di allergie alimentari registrato negli ultimi decenni. Così, oltre ai più noti fattori genetici e ambientali, a causare questo genere di problemi vi sarebbe proprio l’uso di queste salviettine. Lo sostiene un nuovo studio condotto dalla Northwestern University di Chicago (Usa).
Boom di allergie
Le allergie alimentari sono interessate da un vero e proprio boom, e non solo negli Usa ma anche in Italia. Le stime parlano si circa mezzo milione di bambini allergici. Nel mondo occidentale si è passati da un 2-3% del 2010 all’8-18% di casi dello scorso anno.
La tempesta perfetta
Ma cosa c’è dietro a questo boom di allergie alimentari? Secondo la prof.ssa Joan Cook-Mills della Scuola di Medicina Feinberg della Northwestern University, si è verificata quella che ha definito ‘la tempesta perfetta’, ossia un mix di genetica e di fattori ambientali. Tra questi ultimi, l'esposizione della pelle dei neonati a saponi che rimangono sulla loro cute perché vengono sciacquati, come avviene nel caso delle salviette detergenti per neonati. Sono questi saponi (come accade per tutti i saponi che si usano in casa) che indeboliscono la barriera lipidica della pelle che, insieme ai vari allergeni, alla polvere e al cibo presente nell'ambiente domestico trasportato involontariamente da chi maneggia i bimbi, possono scatenare le reazioni allergie. «Questa è una ricetta per lo sviluppo di allergie alimentari – ha commentato Cook-Mills – E’ un importante progresso nella nostra comprensione di come l'allergia alimentare inizi presto nella vita».
Le precauzioni
I risultati dello studio, pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology, mettono in evidenza come sia fondamentale prendere delle precauzioni al fine di contenere la diffusione delle allergie alimentari. In questo senso dovranno emergere nuove abitudini in casa, come limitare l'uso di salviette detergenti per neonati e il lavarsi le mani prima di maneggiare il bambino. E, se si usano le salviettine, sciacquare poi la pelle del bambino con dell’acqua. Le prove cliniche dimostrano, non a caso, che fino al 35% dei bambini con allergie alimentari presentano una dermatite atopica. Gran parte di questa condizione è spiegata da almeno tre diverse mutazioni geniche che vanno a ridurre la barriera cutanea. La prof.ssa Cook-Mills ha sottolineato come i bambini siano normalmente esposti agli allergeni ambientali che sono per esempio presenti nella polvere di casa, ma a volte l’esposizione avviene anche attraverso dei semplici gesti di cura o di affetto, come il bacio da parte di un fratellino che ha appena mangiato burro di arachidi – che è un noto allergene.
Quando appare sulla pelle è tardi
Uno dei problemi legati all’allergia alimentare causata dai succitati fattori, è che la dermatite o altri disturbi della pelle e mutazioni della barriera protettiva cutanea si mostrano soltanto molto tempo dopo che un'allergia alimentare si è già sviluppata. Queste e altre evidenze sono apparse per esempio nei test condotti sui topi, dove per sviluppare una allergia alimentare era necessaria una disfunzione della barriera cutanea. Spesso, poi, queste dermatiti o eczemi possono essere scambiati per un problema di pelle secca.
Le allergie alimentari in Italia
I dati in possesso dei sanitari riportano che sotto i 18 anni d’età sono 570mila i ragazzi a soffrire di allergie alimentari. Di cui 270mila sono bimbi tra 0 e 5 anni; 180mila tra i 5 e i 10 anni e 120mila tra 10 e 18 anni. Dei 270mila bambini con meno di 5 anni che soffrono di allergie alimentari, ben 5.000 sono a rischio di reazioni allergiche gravi che possono anche costare loro la vita. Infine, una reazione allergica grave su tre si presenta a scuola. Tra le allergie alimentari più frequenti nei bambini tra 0 e 5 anni figurano quella al latte vaccino, seguita da quella alle uova. Studiando i fattori genetici e ambientali, i ricercatori guidati dalla prof.ssa Cook-Mills sperano di trovare un modo per bloccare lo sviluppo di allergie alimentari.
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