28 marzo 2024
Aggiornato 21:00
Giornata mondiale del sonno

7 cose che accadono al tuo corpo quando dormi

Ecco tutto ciò che ti accade dal momento in cui appoggi la testa sul cuscino al tuo risveglio il giorno seguente

Giornata mondiale del sonno: ecco cosa accade quando dormiamo
Giornata mondiale del sonno: ecco cosa accade quando dormiamo Foto: Nelli Syrotynska | Shutterstock Shutterstock

Dopo una giornata lunga e faticosa tutti noi abbiamo solo più un desiderio: sdraiarci nel letto per farci avvolgere dalle braccia di Morfeo. Ma il momento del sonno è una circostanza tanto sconosciute tanto curiosa: chiudiamo gli occhi e per diverse ore entriamo in un altro mondo. Tant’è vero che pensiamo che tutto ciò che vediamo sia reale. Ma cosa accade, davvero, dentro di noi quando dormiamo? Dove siamo davvero? Perché percepiamo la realtà in maniera diversa? E per porci una domanda, direttamente rubata dal famoso film Matrix: «Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero? E se da un sogno così non ti dovessi più svegliare? Come potresti distinguere il mondo dei sogni da quello della realtà?». Forse a tutte queste domande non sarà facile rispondere, ma la scienza ce ne può fornire alcune. Ecco quali.

L’inizio del rilassamento
La prima cosa che ci accade quando ci corichiamo sul letto è un abbozzo di rilassamento che ci porterà alla primissima fase del sonno. In questo momento il rischio di svegliarci è altissimo. Poco dopo, però, si passa alla cosiddetta fase NREM in cui tutti i muscoli si rilassano e la respirazione rallenta. Alcune persone potrebbero evidenziare i cosiddetti scatti mioclonici, ovvero una sorta di spasmi muscolari. Mentre il cervello potrebbe essere soggetto a stimolazioni spontanee e causare nelle persone una sensazione di caduta.

Il secondo stadio
Durante la seconda fase del sonno, il cervello inizia a rallentare e sia il numero che la quantità di onde cerebrali tende a diminuire. In alcuni casi vi sono rimasugli di attività cerebrale, i cosiddetti fusi del sonno. Si tratta, in sostanza, di treni di onde con frequenza di 12-16 Hz che durano anche meno di un secondo. Compaiono all'inizio dello stadio 2 del sonno e perdurano per tutta la durata del sonno non-REM

Rallentamento della respirazione
Dopo un po’ di tempo la respirazione tende a rallentare ulteriormente insieme alla frequenza cardiaca, questo ci permette di avere un sonno più profondo nelle fasi successive del sonno NREM

Perdita del controllo
Man mano che il sonno diviene più profondo, il corpo tende a perdere sempre più il controllo, ciò permette anche un’ulteriore riduzione della temperatura corporea. Quando il sonno arriva alla terza fase si assiste anche a un rallentamento delle onde cerebrali: si arriva a circa 0-4 hz (onde delta).

-          Sapevi che?
Il ciclo nonREM-REM ha una durata media di un’ora e mezza ma viene ripetuta almeno 4 volte ogni notte.

Sonno ancora più profondo
Quando il cervello arriva a generare onde delta, il sonno diviene davvero profondo e diventa difficile svegliarsi. Ma se per qualche motivo verrete disturbati per alcuni minuti potreste sentirvi disorientati.

Paralizzato nella fase REM
Dopo circa un’ora e mezza entrerete nella fase REM. Quindi verrete catapultati in un altro mondo: quello dei sogni. A seconda di quello che state sognando potreste respirare più o meno veloce e sia la pressione che la frequenza cardiaca muteranno in base a ciò che state vivendo – esattamente come accade nelle ore di veglia. Inaspettatamente, però il corpo è come paralizzato: si tratta di un meccanismo di protezione attuato dal cervello per evitare incidenti. Per tenervi fermi, il vostro organismo rilascia un amminoacido denominato glicina che è rivolto verso tutti i neuroni motori.

Percorso al contrario
Prima di svegliarvi, il vostro corpo percorre esattamente lo stesso percorso che ha fatto per addormentarsi, solo che lo fa nella maniera opposta. Piano piano, quindi, i centri motori si riattivano, e voi potreste cominciare a muovere il corpo e iniziare ad aprire gli occhi. Quando lo farete, però, ricordatevi di attendere sempre qualche minuto: c’è bisogno di un po’ di tempo perché tutto rientri nella normalità.