Va in ospedale per un‘infiammazione, ma muore per colpa della flebo
Un uomo di 47 anni, Daniele Battistelli, si reca in ospedale a causa di un forte dolore ai testicoli. Ma muore 10 minuti dopo a causa della flebo

ROMA - Seppur rari, non sono poi così insoliti i casi in cui ci si reca al pronto soccorso per risolvere un problema e si finisce con il restarci a causa di problemi insorti successivamente. Nella maggior parte dei casi, a provocare la morte dei malcapitati pazienti, sono i batteri che si trovano nelle cliniche ospedaliere, i quali sono colpevoli di causare gravi infezioni. Ma non mancano neppure gli errori medici. Ed è (probabilmente) questo il caso del povero Daniele Battistelli, recatosi in ospedale per un’infezione e morto poco dopo.
La flebo che uccide
Il paziente, dell’età di 47 anni, si era recato presso il pronto soccorso del policlinico Umberto I allo scopo di curare un’infezione. Dopo essere stato visitato, il personale medico sceglie una cura che ritiene idonea. Per questo motivo gli viene somministrato un antinfiammatorio attraverso una flebo. Ma solo dieci minuti dopo Daniele muore.
Cosa aveva il paziente?
Secondo le varie ricostruzioni il paziente non aveva niente di serio, ma soltanto un forte dolore a un testicolo. Per ridurre il sintomo i medici scelgono così di fargli una flebo che contenesse sia un antinfiammatorio che un comune antibiotico di nome Augmentin. A pochi minuti dalla terapia, tuttavia, il paziente assiste a un grave choc anafilattico. Dal quale – a quanto pare – i medici non riescono a salvarlo.
Farmaci sotto accusa?
L’episodio non è recente, ma risale al mese di giugno del 2016, momento in cui Battistelli si reca in ospedale a seguito di forti dolori a un testicolo. A detta dei medici si tratta solo di un’infiammazione ma per precauzione gli somministrano nella flebo anche l’antibiotico. Pochi minuti dopo la terapia Daniele comincia a sentirsi male accusando una reazione allergica molto forte. I medici se ne accorgono quasi subito e cercano di rianimarlo. Ma la sua morte giunge improvvisa, lasciando moglie e un figlio di soli 3 anni.
Le testimonianze
Secondo alcune testimonianze di persone che si trovavano vicino a lui, il paziente dopo pochi minuti ha accusato sintomi anomali: «il tempo di inserire la flebo e si è iniziato a sentire male è riuscito solo a dire: Ho la bocca che sa di metallo. Mi sento male, mi sento male. Poi è crollato a terra. Subito sono accorsi i medici, anche loro sconvolti».
Inchiesta per omicidio colposo
Come sempre accade in questi casi, la famiglia ha richiesto che venga fatta giustizia. Daniele, padre di un bambino piccolo, godeva di buona salute prima di arrivare in ospedale. In procura scatta quindi un’inchiesta per omicidio colposo ma poco dopo il pm chiede l’archiviazione del caso sostenendo che i sanitari avessero rispettato tutti i protocolli. Ma l’avvocato della famiglia lancia un’ulteriore accusa: i dottori non avrebbero praticato la manovra di Trendelenburg – una specifica procedura da attuare in caso di choc anafilattico. Per tale motivo il gip ha disposto la riapertura del caso richiedendo ulteriori indagini e respingendo la richiesta di archiviazione della procura. Si occuperà del caso il procuratore aggiunto Nunzia D'Elia.