Vitamina D e rischio fratture? Gli integratori non servono a niente. Ma l’alimentazione sì
Gli integratori a base di calcio e vitamina D non svolgerebbe alcun ruolo preventivo negli anziani con fragilità ossea
Ormai in erboristeria, farmacia e parafarmacia troviamo di tutto: esiste un integratore per ogni nostra esigenza. In questi anni la produzione è aumentata vistosamente grazie alla domanda in continua crescita. Il problema è che sono molte le persone che ripongono il massimo delle aspettative anche su prodotti che spesso servono a poco o nulla. Per esempio, secondo quanto scoperto da alcuni scienziati, supplementi di vitamina D e calcio non diminuiscono per niente il rischio di fratture come si è sempre ipotizzato.
Stesse possibilità
Tanti soldi e spesi male. Probabilmente è questo il pensiero che potrebbe aver avuto una delle tante persone che usa integratori per ridurre il rischio di fratture. Secondo i risultati ottenuti da una recente ricerca pubblicata su JAMA, infatti, le persone anziane che assumono vitamina D e Calcio, non assistono alla riduzione del rischio se confrontati con chi non assume integratori. Quindi, a detta degli scienziati, l’ideale è trovare una valida alternativa.
Lo studio
Durante lo studio, i ricercatori hanno analizzati i dati ottenuti da ben 33 lavori scientifici, scandagliando elementi di oltre 51.000 persone over 50. Dai risultati è emerso che non vi era alcuna differenza tra le persone che avevano assunto integratori di calcio e vitamina D e altri che non avevano assunto niente o del placebo.
Perché molti anziani assumono integratori di vitamina D?
Spesso le pillole a base di vitamina D e calcio vengono consigliate ai soggetti anziani allo scopo di rinforzare le ossa. La vitamina D, infatti, avrebbe lo scopo di migliorare l’assorbimento del calcio. L’assunzione giornaliera raccomandata è di circa 600 UI per gli adulti e 800 UI per gli over 70.
Meglio sole e dieta
Secondo la dottoressa Jia-Guo Zhao, ricercatrice nel reparto di chirurgia ortopedica dell'ospedale di Tianjin (Cina), il metodo migliore per rinforzare le ossa è quello di fare attività fisica, seguire una dieta corretta e – soprattutto – trascorrere del tempo all’aperto. Un altro metodo per ridurre il rischio di cadute e fratture è quello di mantenere un buon peso corporeo e fare esercizi per migliorare equilibrio e coordinazione. Tra gli alimenti più benefici, ricordiamo i funghi, le uova, il pesce e il formaggio.
Mal di testa e cefalea: potrebbe trattarsi di una carenza di vitamina D
Secondo quanto è emerso da una ricerca Finlandese, una carenza di vitamina D potrebbe aumentare il rischio di cefalea cronica negli uomini di mezza età e gli anziani. I risultati dimostrano che gli individui con i più bassi livelli di vitamina D avevano un rischio raddoppiato di soffrire di cefalea cronica, rispetto a chi aveva dosi ottimali di tale vitamina.
Cefalea cronica tensiva
La carenza di vitamina D sembra essere associata anche a cefalea cronica di tipo tensivo causando in concomitanza dolori muscolo scheletrici. Non è il primo studio che evidenza l’importante ruolo della vitamina D nel causare malattie di tipo neuromuscolare e croniche.
I livelli di vitamina D
Durante lo studio sono stati coinvolte più di 2.500 persone di mezza età e più anziane. Le persone che soffrivano di carenza di vitamina D mostravano livelli al di sotto dei 50 nanomoli per litro. È importante però ricordare che oltre ai classici integratori che si trovano in commercio – indubbiamente validi – la scelta migliore verte sull’esposizione alle radiazioni solari. Generalmente è sufficiente stare all’aperto per quindici-venti minuti ogni giorno per ottenere buoni risultati in termini di salute.
- Leggi anche: Vitamina D: 5 cose che ti accadono se hai una carenza
La vitamina D è essenziale per il mantenimento del nostro benessere. Una sua carenza, specie se grave, può causare diverse malattie. Le conferme della scienza.
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