Punto da un calabrone durante la vendemmia: uomo in rianimazione
Un imprenditore agricolo viene punto da un calabrone durante la vendemmia, ma la reazione è gravissima. Portato immediatamente al pronto soccorso è stato trasferito in rianimazione

Il suo nome è Doriano Conti, ed è un imprenditore agricolo di Senigallia. Va da sé che il suo lavoro – che svolge da molti anni – lo mette a serio rischio punture di insetti. Nonostante ciò pare non essersi mai scontrato con un calabrone prima d’ora. Ma solo in questo momento ha potuto constatare – sulla sua pelle - quanto possa essere pericoloso questo Vespide. L’uomo infatti, ha rischiato seriamente di morire in seguito a una sua puntura. Tutti i dettagli della vicenda.
Epoca di vendemmia
Doriano, insieme alla moglie Mirta Manizza, lavora nella sua azienda agricola di Sapezzano – una frazione di Senigallia (Ancona). Tutti sappiamo come chi esegue questo genere di mestiere, in questo momento dell’anno è particolarmente impegnato con la vendemmia. Purtroppo però, accade un fatto inaspettato: durante la raccolta dell’uva viene punto da un calabrone. Ma non è di certo la prima volta che un imenottero lo punge, di conseguenza non ci dà alcun peso.
Il calabrone nascosto nella frutta
Secondo quanto ha raccontato l’uomo al Corriere Adriatico, mentre si trovava ancora nel letto dell’ospedale, il calabrone si trovava all’interno di un frutto. L’albero, infatti, era poco distante da lui. «Stavo raccogliendo l’uva e poco distante c’era un calabrone dentro una pera matura. Nello spostarmi devo inavvertitamente aver colpito la pera. L’ho visto uscire in fretta. Ho sentito che mi ronzava intorno poi mi ha punto sulla testa», spiega l’uomo al Corriere.
Non è una reazione come tutte le altre
Nel giro di pochissimi minuti il pover’uomo si rende conto che la reazione che è stata innescata non è come quella di altri imenotteri. Inizialmente, infatti, avverte un forte indolenzimento dei nervi del collo associati a gonfiore. Poco dopo si evidenzia un rossore in tutto il corpo e un sintomo tanto inatteso quanto chiaro: estrema difficoltà respiratoria. I segnali erano più che chiari e allarmanti, si trattava di choc anafilattico.
La corsa al pronto soccorso
In azienda era presente il figlio che, vista la gravità della situazione, sceglie di portarlo direttamente al pronto soccorso. Per fortuna l’ospedale si trovava poco distante e in pochi minuti i due arrivano all’accettazione. Qui gli viene assegnato un codice rosso.
Iniezioni di adrenalina
Il personale medico ha prontamente eseguito ben tre iniezioni di adrenalina per salvare l’uomo e trasferito con urgenza nel reparto di rianimazione. «Mi sono reso conto che potevo morire – continua l’uomo al Corriere Adriatico – ascoltando i discorsi dei dottori tutti molti preoccupati. Hanno chiamato anche il cardiologo e il medico della rianimazione. Mentre tutti parlavano ho sentito che dicevano di non essere certi che ce l’avrei fatta. In quel momento ho davvero avuto paura di morire», racconta Doriano.
Un lieto fine
Per fortuna l’uomo è stato trasferito nel Reparto di Medicina il 19 settembre. Dovrà stare sotto osservazione ancora un po’ di tempo ma grazie al cielo è salvo. Quello che è certo è che si ricorderà per sempre questa esperienza.
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