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Puntura di vespa, ape e calabrone: cosa fare, rimedi naturali e farmaci

D’estate le punture di api, vespe e calabroni sono molto frequenti specie se si fa una gita in campagna. Ecco come intervenire prontamente utilizzando tecniche, farmaci e rimedi naturali

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Puntura di vespa
Puntura di vespa

È una percentuale che si aggira al 100%, quella degli italiani colpiti almeno una volta nella loro vita da una puntura di vespa o ape. Un po’ più raramente dai calabroni. In linea di massima non c’è alcun motivo per allarmarsi. Specie se non si manifestano reazioni allergiche avverse o se la puntura è stata fatta in zone ‘pericolose’ come bocca, collo o gola. In questi ultimi casi, è invece bene prestare un po’ più di attenzione. Ecco come intervenire in caso di incontro ravvicinato.

Allergia a imenotteri e vaccino

Prima di tutto è bene sapere che esiste un vaccino per le persone che soffrono di allergie frequenti – specie con allergie conclamate a questo genere di insetti. Si tratta del vaccino per allergia da imenotteri, altrimenti detto AIT. La vaccinazione viene eseguita attraverso piccole punture sul braccio che vanno praticate periodicamente nell’arco di un mese. Dopo di che si continua per una volta al mese per il primo anno. Il vaccino contiene una forma purificata di veleno da imenotteri (vespe, api, calabroni). È bene dire che solo in alcune regioni d’Italia il vaccino è gratuito.

Rimedi salvavita contro le punture di api

Sempre e solo nel caso dei soggetti particolarmente a rischio, è disponibile un piccolo dispositivo chiamato autoiniettore di adrenalina. Questo può far entrare nel circolo tale sostanza in pochissimi secondi – generalmente la puntura si effettua nell’interno della coscia. Il risultato? L’allergia viene annientata in tempi ridottissimi e, nel caso, si può richiedere una visita di controllo al Pronto Soccorso. Il proprio allergologo, una volta verificata l’allergia agli imenotteri, può richiedere che venga fornito l’autoiniettore in forma totalmente gratuita.

I sintomi della puntura di api vespe e calabroni

I sintomi più tipici, qualora non esistano allergie, sono principalmente rossore e dolore nella sede della puntura. In alcuni soggetti la zona circostante potrebbe anche gonfiarsi molto per alcune ore o anche giorni. In linea di massima, specie se si tratta di api o vespe, il dolore forte sparisce nell’arco di dieci minuti per scemare totalmente nel giro di un’ora. I tempi, comunque, sono molto individuali. Anche i calabroni provocano più o meno lo stesso tipo di ponfo o dolore che, in alcuni casi, può essere leggermente più elevato nei primissimi minuti.

Punture di api e calabroni: quando chiamare i soccorsi

È fondamentale chiamare i soccorsi se si sospetta ci sia in atto un’allergia grave che potrebbe indurre uno shock anafilattico. Tra i sintomi più comuni ci sono la difficoltà di respirazione, vertigini, vomito, nausea, ipotensione, svenimento e gonfiore a gola e collo. È consigliabile recarsi al Pronto Soccorso anche nel caso in cui l’insetto avesse colpito zone a rischio come bocca o collo – anche in assenza di reazioni allergiche.

Le punture di calabrone

A dispetto di quanto si pensi, le punture di calabrone sono più semplici da trattare. Questo è dovuto al fatto che, a differenza delle api, il pungiglione non è dotato di uncini – quindi è liscio – ed è retrattile. Ciò significa che non rimane conficcato nella pelle, però può pungere più di una volta. Al contrario, l’ape dopo aver punto perde il pungiglione e muore. Tuttavia, va detto che la puntura di calabrone è più rara semplicemente perché non si tratta di un insetto aggressivo. Se punge è perché si è sentito in reale pericolo o vi siete avvicinati troppo.

È letale la puntura di calabrone?

Se non si parla di soggetti allergici, è rarissimo che la puntura di calabrone possa divenire letale. La quantità di veleno che viene inoculato, infatti, è minima. In un bambino potrebbero essere necessarie più di 50 punture contemporanee, mentre un adulto può arrivare a diverse centinaia.

Quando sospettare un’allergia da puntura di ape

La differenza sostanziale tra la reazione – più o meno intensa – che si verifica in un soggetto “normale” e uno allergico è che il primo ha manifestazioni locali, mentre l’altro, sistemiche. Questo è uno dei parametri più importanti cui far riferimento. Se la zona in cui siete stati punti è dolorosa, arrossata e molto gonfia può trattarsi di una reazione forte, ma non di un’allergia. Se vengono coinvolti altri organi o altre zone del corpo è bene richiedere l’intervento del medico. In questi casi può diffondersi un’orticaria generalizzata, febbre, disorientamento, giramenti di testa eccetera.

L’intervento di primo soccorso per estrarre il pungiglione

L’estrazione del pungiglione è generalmente necessaria solo per quello dell’ape. È l’unico insetto, infatti, dotato di pungiglioni con particolari uncini che rimangono conficcati nella pelle. La prima cosa da fare, quindi, è quella di munirsi di una pinzetta – tipo quelle per le sopracciglia – afferrare il pungiglione e cercarlo di estrarlo senza romperlo. Fate molta attenzione, in questa fase, a non schiacciare mai la parte gonfia che vedete nel pungiglione: questa contiene del veleno che verrà nuovamente iniettato nel circolo ematico. Dopo l’estrazione potrebbe non essere necessario fare altro, tuttavia, se il dolore e il gonfiore sono abbastanza evidenti è possibile applicare una pomata antistaminica, un corticosteroide o un analgesico. Se dopo 24 ore l’edema non esita a regredire, recatevi dal vostro medico curante per un controllo.

Punture nella bocca o nella gola: il primo soccorso

Nel caso in cui una vespa avesse punto nella gola o nella bocca è indispensabile succhiare immediatamente del ghiaccio. Se si tratta di un’ape che ha lasciato il pungiglione all’interno, in una zona di difficile estrazione, è opportuno recarsi al Pronto Soccorso. Se l’infortunato comincia respirare male, ponetelo in posizione laterale di sicurezza in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Nell’attesa potrebbe essere necessario praticare la respirazione artificiale (o bocca a bocca).

Sapevi che…?
Il veleno delle api è una miscela di diverse sostanze, tra cui enzimi, lisolecitina, apamina e istamina. Oltre a causare fastidio e dolore pare che tale miscela possa possedere virtù terapeutiche in particolar modo anticoagulanti, vasodilatatrici, tonificanti del sistema cardiaco e antireumatiche.

Rimedi naturali contro le punture di api, vespe, calabroni

Il rimedio più semplice e veloce è applicare nella sede dell’iniezione un ‘fango’ a base di argilla e olio essenziale di lavanda. Questo può essere preparato preventivamente e chiuso accuratamente dentro a un barattolo da utilizzare all’occorrenza. L’argilla possiede un effetto assorbente del veleno, mentre l’olio essenziale di lavanda lo neutralizza. Tale accorgimento, tuttavia, deve essere adoperato praticamente subito, altrimenti il veleno entra nel circolo ematico. Per cui se vi trovate in campagna tenete sempre a disposizione un barattolino con il ‘fango curativo’. In alternativa, per ridurre i dolori, è possibile adoperare un rimedio omeopatico denominato Apis Mellifica. Si utilizza alla diluizione 15CH e si assumono tre granuli ogni 15 minuti.

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