19 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Rischio infezioni alimenti

Feste e sagre paesane, attenzione alle intossicazioni alimentari

Durante il periodo estivo, e il mese di agosto, si moltiplicano gli appuntamenti eno-gastronomici nei paesi di tutto il territorio nazionale. Le cosiddette sagre o feste di paese sono occasione per gustare alimenti tipici, ma purtroppo anche per prendersi un’infezione o intossicazione

Una sagra di paese
Una sagra di paese Foto: Shutterstock

ROMA – Tempo di svaghi, gite fuoriporta, vacanze… il mese di agosto è per eccellenza quello in cui la maggioranza delle persone va in giro. L’offerta turistica è più che mai variegata e ogni località, dalla città al paesino, cerca di attirare a sé quanti più viaggiatori possibile. Ed ecco così che si moltiplicano le manifestazioni a carattere eno-gastronomico che hanno sempre un certo appeal sul pubblico. In molte località è infatti facile trovare quella sagra o festa con offerta di stand gastronomici con prodotti locali e non. Ma, insieme al piacere di una buona mangiata, spesso si può incorrere in sgradite intossicazioni o infezioni alimentari.

La qualità ne risente
Come fa presente Giovanni D’Agata dello Sportello dei Diritti, analizzando il fenomeno, l’offerta di manifestazioni a carattere eno-gastronomico «troppo spesso si manifesta come una moda dilagante conseguenza di una logica di profitto a discapito della qualità, dello stesso folklore e del gusto e che a tal fine va in danno della tipicità. E con l’aumento di viaggiatori e la moltiplicazione di appuntamenti enogastronomici, diventa sempre più difficile l’approvvigionamento e la conservazione dei prodotti, spesso esposti alle temperature torride di quest’estate infuocata, così come crescono esponenzialmente e inevitabilmente le frodi e sofisticazioni quali la vendita di alimenti e bevande forestieri per locali o tipici». Prodotti che spesso mettono in pericolo la salute dei consumatori.

Non c’è malafede ma…
Secondo D’Agata, tuttavia, quasi mai si tratta di malafede degli organizzatori, ma semmai è un problema di approvvigionamento minato dall’impossibilità di far fronte alla domanda, con l’offerta che si ha a disposizione. Per questo motivo diviene più difficile offrire prodotti alimentari ‘sicuri’, che rispettino gli standard qualitativi, igienici e sanitari adeguati. Accade così che diviene più facile incappare in cibi contaminati, mal conservati e così via. Da qui all’intossicazione, l’infezione la strada è breve.

Vomito e diarrea in agguato
Proprio in questo periodo, fa notare D’Agata, sono giunte diverse segnalazioni da parte di cittadini che si sono ritrovati a dover fare i conti con un’intossicazione alimentare, per esempio da salmonella. I sintomi sono più o meno gli stessi: nausea, mal di pancia, vomito, diarrea. Una condizione che purtroppo spesso rovina il piacere di una vacanza o una giornata di svago. Poiché spesso è proprio una questione di conservazione e igiene, sta proprio al consumatore tenere gli occhi aperti e non fidarsi di prodotti che sono stati esposti per diverso tempo al sole o al caldo, o ancora su superfici non proprio pulite o esposte ad altri agenti atmosferici o ambientali. Allo stesso modo, chi somministra i cibi o le bevande dovrebbe attenersi alle regole: per esempio indossare guanti appositi, cuffie per i capelli e così via. Se si notano queste incongruenze, evitare di acquistare o consumare i cibi e, nel caso, segnalare il fatto alle autorità competenti (bastano anche i Vigili).

Obblighi fiscali
Se per caso, e malgrado tutto, si è incappati in un prodotto che ha causato dei problemi di salute è sempre bene denunciare il fatto. Per questo è importante farsi sempre rilasciare lo scontrino, per poter dimostrare di aver acquistato e consumato il prodotto incriminato. Nel caso di sagre paesane, dove a somministrare cibi e bevande sono per esempio organizzazioni come le Pro Loco, se non sono fiscalmente tenute al rilascio dello scontrino, è bene segnarsi nomi di responsabili e riferimenti dell’organizzazione nel caso dovessero essere segnalati. In ogni caso, sottolinea D’Agata, a «capo di costoro vi è uno specifico obbligo di gestirsi in autocontrollo con procedura semplificata del sistema HACCP (art.5 Reg.CE 852/2004), nonché quello di detenere una procedura della rintracciabilità (articolo 18 del regolamento (CE) n. 178/2002) e il ritiro degli alimenti e l’obbligo di informazione delle autorità competenti (articolo 19 del regolamento (CE) n. 178/2002)».

Nel caso di intolleranze
Oltre al rischio di contaminazioni, c’è anche quello delle possibili intolleranze alimentari personali. Per esempio, se si è celiaci, è facile che i prodotti preparati o venduti in una bancarella o stand da festa paesana siano contaminati da ingredienti ‘proibiti’. In questo caso è bene evitarne l’acquisto o il consumo, a meno che non siano prodotti certificati o confezionati – o che rechino chiaro il marchio ‘gluten-free’. Anche per altri tipi di intolleranze è sempre bene chiedere la lista dettagliata degli ingredienti con cui è stato prodotto l’alimento che s’intende consumare.
«Al netto, dunque, delle scelte politico amministrative dei singoli enti locali, che potrebbero costituire delle vere e proprie omissioni – conclude Giovanni D’Agata – è necessario in questi periodi in cui le presenze e questo tipo di eventi raggiungono il picco, si intensifichino i controlli anche da parte di ASL e dei NAS dei carabinieri con particolare riferimento al rispetto delle norme igienico sanitarie e attenzione alle sofisticazioni. Ciò a garanzia della qualità degli eventi e per garantire certezze di tutela della salute dei consumatori».