26 marzo 2025
Aggiornato 02:30
Cure controverse

Davide Vannoni arrestato a Torino, continuava con il metodo Stamina

Il padre del metodo stamina è stato arrestato dai Carabinieri Nas, mentre forse era in procinto di lasciare l’Italia. L’accusa è di aver continuato a praticare la terapia all’estero, «adescando» i pazienti attraverso i social

Metodo stamina praticato all'estero
Metodo stamina praticato all'estero Foto: Shutterstock

TORINO – Il metodo stamina ritenuto inefficace con sentenza del Tribunale era già costato a Davide Vannoni la condanna in Italia a un anno e dieci mesi e il divieto assoluto di proseguirne la pratica per la ‘cura’ dei tumori e altre patologie. Ora, pare che Vannoni avesse proseguito nel suo intento all’estero – in particolare il Georgia. I pazienti, ‘adescati’ tramite i social come Facebook.

L’arresto
Dopo le indiscrezioni giunte nel luglio scorso presso la Procura di Torino, è stata avviata un’indagine dal procuratore Vincenzo Pacileo. Era infatti giunta voce che alcuni pazienti italiani si erano recati in Georgia per farsi fare delle infusioni con il metodo stamina. Nel frattempo pare che il laboratorio dove avvenivano i trattamenti fosse già stato chiuso dalle autorità locali perché aperto senza aver ottenuto le autorizzazioni necessarie. A seguito dell’indagine, ieri mattina i Carabinieri Nas hanno arrestato Davide Vannoni nella sua casa di Moncalieri, alle porte di Torino, con l’accusa di associazione a delinquere per aver continuato a praticare la terapia. Il fermo è avvenuto per prevenire anche una possibile fuga all’estero, come suggerito da alcune intercettazioni telefoniche.

La conferma
A confermare le voci del pellegrinaggio di pazienti verso la Georgia per ottenere le cure ‘vietate’ è stato un malato di SLA residente nel capoluogo piemontese. Il testimone avrebbe fatto sapere agli inquirenti che il Vannoni faceva da ‘supervisore’ presso un ospedale di Tbilisi. I pazienti ottenevano le infusioni pagandole ben 30mila euro ciascuna. Chi ne acquistava almeno 5, però, pare potesse ‘godere’ di uno sconto.

Accuse respinte
Dal canto suo, Vannoni respinge ogni accusa mossagli. Secondo quanto riferito dal suo legale, l’avvocato Liborio Cataliotti, l’accusato avrebbe dichiarato: «Ho operato in Georgia ma potevo farlo, sia dal punto di vista normativo che clinico». Per confermare tutto ciò, Vannoni avrebbe fatto avere all’avvocato la documentazione a riprova che le sue infusioni erano ‘autorizzate’. Quanto al ‘reclutamento’ dei pazienti, l’avvocato Cataliotti ha fatto sapere che si riserva di leggere le carte, ma anche che Vannoni avrebbe detto che i pazienti si sarebbero auto-organizzati.