19 aprile 2024
Aggiornato 18:00
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Arriva la prima cellula staminale sintetica: funziona ed elimina i rischi

Ottenere tutti i benefici derivanti dall’uso delle cellule staminali riducendo o eliminando del tutto i rischi correlati come il rigetto o lo sviluppo di tumori. Questa la promessa della prima cellula staminale sintetica

Cellule staminali
Cellule staminali Foto: Shutterstock

STATI UNITI – Sono stati gli scienziati della North Carolina State University ad aver sviluppato la prima cellula staminale sintetica. Il vantaggio di questa realizzazione è che si possono ottenere tutti i benefici di queste cellule riducendo o eliminando del tutto i rischi connessi al loro uso. La prima cellula staminale sintetica è una cellula cardiaca, ma i ricercatori fanno sapere che la tecnica permette di ottenere staminali artificiali anche da altri tessuti o organi.

Ripara il cuore
Lo studio, pubblicato su Nature Communications, è stato condotto su modello animale dal dottor Ke Cheng e colleghi della NCSU. Qui sono state trapiantate cellule staminali sintetiche in topi con infarto del miocardio. I risultati sono stati più che promettenti: le staminali si sono infatti legate ai tessuti cardiaci e hanno riparato quelli danneggiati. L’efficacia è misurabile a quella delle cellule staminali cardiache naturali.

Medicina rigenerativa
Il buono delle tecniche e le terapie con le cellule staminali è che possono essere utilizzate nella cosiddetta medicina rigenerativa. Un modo efficace per riparare tessuti e organi danneggiati dalla malattia. Il principale problema derivante dall’uso di cellule staminali ‘naturali’ è più lo stesso che si ha con i trapianti: l’attacco da parte del sistema immunitario, il conseguente rigetto e anche il possibile sviluppo di tumori. Il vantaggio invece delle cellule staminali sintetiche è che svolgono lo stesso importante compito, senza però i succitati rischi.

Di cosa sono fatte
Ma di cosa sono fatte le cellule staminali sintetiche? Quelle ottenute dal team di ricerca sono costituite da acido lattico co-glicolico, un materiale biocompatibile e biodegradabile. A questa base sono poi state unite le proteine prodotte dalle cellule staminali cardiache in coltura da laboratorio. Al termine, i ricercatori hanno rivestito queste ‘nuove’ cellule con la membrana delle staminali cardiache. «Abbiamo preso il contenuto e il guscio delle staminali – ha spiegato il dottor Cheng – e li abbiamo confezionati in una particella biodegradabile». Il prossimo passo sarà quello di osservare l’azione di altri tipi di cellule staminali sintetiche e poi passare a possibili trial sull’uomo.