11 ottobre 2024
Aggiornato 03:30
Salute

Malattie croniche, presto anche in Italia il global burden of disease il più completo studio epidemiologico osservazionale mondiale

Conoscere lo stato di salute, la mortalità e la disabilità della popolazione. In occasione del 47° Congresso Nazionale, la Società Italiana di Neurologia (SIN) pone le basi per l’introduzione anche in Italia del Global Burden of Disease (GBD), il più completo studio epidemiologico osservazionale mondiale

Presto anche in Italia il global burden of disease
Presto anche in Italia il global burden of disease Foto: Shutterstock

VENEZIA – Il GBD è un grande progetto, il cui obiettivo primario è quello di raccogliere dati per descrivere lo stato di salute, la mortalità e la disabilità della popolazione mondiale determinati da tutte le malattie (gravi e non), dalle lesioni traumatiche e dai fattori di rischio. In occasione del 47° Congresso Nazionale, la Società Italiana di Neurologia (SIN) pone le basi per l’introduzione anche in Italia del Global Burden of Disease (GBD), il più completo studio epidemiologico osservazionale mondiale.

La mappa della salute globale
La survey permette di inquadrare geograficamente 188 nazioni e la relativa situazione sanitaria, dando la possibilità di ottenere una mappa della salute globale, nazionale e regionale. Il GBD consente dunque di interpretare le mutevoli sfide per la salute che le persone affrontano oggi in tutto il mondo. I suoi risultati sono periodicamente riportati primariamente su The Lancet annualmente (ultimo con edizione speciale nel luglio 2016) ma trovano spazio anche su altre su riviste mediche mondiali di assoluto prestigio, come NEJM, JAMA e BMJ.

Un ruolo per l’Italia
Grazie all’intervento della SIN, da oggi gettano le basi affinché anche l’Italia reciti un ruolo di primo piano in quello che, di fatto, rappresenta lo studio più costoso nella storia della biomedicina. Merito, anche, del professor Giancarlo Logroscino, dell’Università di Bari, che è parte della task force neurologica del GBD. «Il grande risultato del Global Burden of Disease – spiega Logroscino – è quello di misurare la salute in tutto il mondo con gli stessi parametri. Le valutazioni vengono realizzate utilizzando tutti i dati scientifici possibili e i dati del sistema delle strutture sanitarie, grazie ai quali è possibile monitorare e misurare l’andamento della mortalità, dell’aspettativa di vita, della distribuzione delle malattie e delle patologie croniche. Queste stime sono fondamentali per indirizzare i governi di tutto il mondo nella miglior pianificazione sanitaria possibile».

Numeri impressionanti
I numeri forniti dalla relazione del neurologo italiano sono impressionanti. Se si osserva la mortalità globale, il 65% è costituita dalle malattie croniche, mentre si è ridotta in maniera drammatica la mortalità da malattie infettive, nonché materno-infantile e da malnutrizione (complessivamente 25%). Rimane tuttavia costante, con circa il 10%, quella determinata da lesioni traumatiche (circa10%). Inoltre, entro i prossimi 20 anni (nel 2030) l’aspettativa di vita media a livello mondiale sarà di 85 anni per le donne e 79 per gli uomini avendo già nettamente superato i 70 anni già adesso. Il ritmo di miglioramento è incredibilmente di circa un terzo di anno per ogni anno a livello globale. «Se è vero che, da un lato, la vita delle persone si allungherà – sottolinea il prof. Logroscino – è altrettanto vero che, dall’altro, assisteremo a un fenomeno per cui parte del guadagno in termini di aspettativa di vita sarà comunque caratterizzato dalla presenza di disabilità e da riduzione della qualità di vita. In questo scenario il maggiore driver della disabilità per le popolazioni mondiali, sarà costituito dalle demenze».

E in Italia?
Nel nostro Paese – conclude Logroscino – oltre il 20% di persone è ormai over 65. Tra le persone anziane circa il 10% è affetto da una malattia neurodegenerativa, prevalentemente demenze, di cui circa il 50% dei casi è Malattia di Alzheimer. L’invecchiamento del Paese Italia è globale con ritmi simili sia nel sud che nel nord». Fin dalla sua creazione, circa 20 anni fa, il Global Burden of Disease ha potuto contare sull’aiuto di grandi estimatori, che ne hanno permesso lo sviluppo e la crescita: i suoi finanziatori sono infatti la Banca Mondiale e la ’’Bill and Melissa Gates Foundation’’. Dal punto di vista scientifico il GBD è diretto dal Global Health Institute di Seattle (nello Stato di Washington, US) e ha estensioni in tutto il mondo con progetti specifici nazionali in Paesi come diversi come Stati Uniti, Cina, Inghilterra, Messico e Norvegia. Il gruppo di 15 scienziati italiani del GBD riunito a Venezia per la SIN ha convenuto di avviare il progetto GBD Italia per conoscere nell’immediato futuro lo stato di salute del nostro Paese.