28 marzo 2024
Aggiornato 20:30
Medicina

Trapianto record, il rene di un 83enne è ‘ringiovanito’

Il rene di un uomo di 83 anni è stato letteralmente ringiovanito, o ricondizionato, per poi essere trapiantato su un paziente di trent’anni più giovane. Una vera rivoluzione nella storia dei trapianti. Nuove concrete speranze per chi è in lista d'attesa

Trapianto record con un rene ricondizionato a Milano
Trapianto record con un rene ricondizionato a Milano Foto: Shutterstock

MILANO – Ringiovanito, come se si fosse sottoposto a un trattamento di estetica. Ecco quanto è toccato a un rene espiantato da un uomo di 83 anni – per cui un rene ‘anziano’ quanto l’uomo – e poi trapiantato in un paziente di trent’anni più giovane. È accaduto al Policlinico di Milano, con un intervento definito un trapianto da ‘record’.

L’unica speranza
La speranza di salvezza, l’unica che aveva Paolo, uomo di 53 anni affetto da policistosi renale, una grave malattia ereditaria, era il trapianto. Costretto da una vita alla schiavitù della dialisi, le cose sono cambiate il luglio scorso quando, finalmente, si è trovato un donatore con i reni che facevano al caso suo. Solo che si trattava di reni ‘anziani’, come il suo possessore, e dunque potenzialmente non più pienamente funzionali. Ma gli esperti della Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano, guidati da Mariano Ferraresso, hanno trovato la soluzione.

Reni ricondizionati
Un po’ come accade in altri ambiti merceologici, dalla tecnologia ai ricambi per automobili, gli scienziati hanno valutato la possibilità di ‘ricondizionare’ gli organi espiantati. «Dopo attente valutazioni – spiega Ferraresso, direttore dell’Unità Operativa di Trapianto di Rene al Policlinico – abbiamo preso la decisione di ricondizionare questi reni, utilizzando le nuove macchine per la perfusione renale da poco disponibili nel nostro ospedale».

Le nuove apparecchiature
Si chiamano 'LifePort' queste nuove apparecchiature, e sono state donate al Policlinico grazie alla Associazione Bambino Nefropatico. Sono in genere utilizzate per preparare all’intervento chirurgico reni che altrimenti potrebbero difficilmente essere trapiantati con successo, poiché appartengono a donatori molto piccoli, anche sotto l’anno di vita. Partendo da questo concetti, i medici hanno pensato che potesse essere possibile applicare a un rene molto più anziano, lo stesso metodo utilizzato per i reni dei bambini. Ecco così che si è provato a ringiovanirlo in modo da renderlo adatto al trapianto. Come si sperava, la tecnica ha funzionato, rendendo concreta la fattibilità di un trapianto.

La perfusione funziona
«L’impiego di queste macchine di perfusione renale – sottolinea Ferraresso – ha trovato ampio riscontro a livello internazionale e ormai un’ampia casistica dimostra come collegando i reni prelevati a queste macchine si migliori notevolmente il successo del trapianto, riducendo la necessità di dialisi nel postoperatorio, diminuendo il periodo di degenza e utilizzando con successo risorse che altrimenti non verrebbero considerate». Oltre a rendere possibile eseguire più trapianti, con questo metodo si possono recuperare organi che altrimenti non sarebbero potuti essere trapiantati, aumentando di fatto la disponibilità per i pazienti in lista d’attesa.

Un attento controllo
I medici del Policlinico hanno tenuto d’occhio tutta la notte i reni ‘anziani’ donati, collegati alle macchine di ricondizionamento subito dopo l’espianto. Durante tutto il processo, l’equipe ne ha controllato i parametri e registrato qualsiasi informazione fosse necessaria per valutare l’idoneità. Terminata la procedura, soltanto uno dei due reni è risultato adatto al trapianto. «Il fatto di essere tra i pochi Centri in Lombardia e pochissimi in Italia ad avere la disponibilità di queste macchine di perfusione – aggiunge Ferraresso – ci pone su un livello di eccellenza tra i Centri di trapianto renale. La Direzione strategica della nostra Fondazione ha fortemente creduto in questo progetto e ha messo in campo risorse e competenze per permetterci di essere rapidamente operativi».

Un trapianto di successo
Il trapianto del rene ricondizionato è stato un successo, e oggi Paolo sta bene ed è stato dimesso. La sua vita è drasticamente cambiata, dato che non deve più sottoporsi alla dialisi. E tutto grazie all’intuizione degli esperti del Policlinico che hanno reso possibile trapiantare un organo che fino a poco tempo fa sarebbe stato inutilizzabile.