Staminali come farmaci. Il progetto italiano
Al via il progetto «Nichoid» per trasformare le cellule staminali in farmaci cellulari per la cura di infarti cardiaci, lesioni del midollo spinale, artrosi e malattie neurodegenerative

MILANO – Utilizzare le staminali come una sorta di farmaci cellulari per la cura di molte malattie e condizioni come infarto del miocardio, lesioni del midollo spinale, artrosi e malattie neurodegenerative. Questo il progetto di 5 anni chiamato ’’Nichoid’’ e avviato dal Politecnico di Milano.
Un progetto di valore
Sfruttare i vantaggi della nano-architettura per utilizzarla nella medicina rigenerativa. L’idea è quella di sfruttare le cellule staminali factotum. A guidare il progetto è Manuela Raimondi, ricercatrice del Politecnico di Milano, grazie a un ‘Consolidator Grant’ dell’European Research Council (ERC) del valore di 2 milioni di euro e inserito nell’ambito del Programma Ue Horizon 2020.
Nano architettura
Scopo della ricerca è sviluppare e realizzare dei ‘nicchiodi’, ossia dei contenitori miniaturizzati che riproducano le nicchie anatomiche naturalmente presenti nel corpo umano. Dopo di che, al loro interno si potranno coltivare in modo controllato le staminali. La crescita controllata permetterà così di trasformarle in una specie di farmaco cellulare. «L’obiettivo del progetto, iniziato da circa un anno, è riuscire a controllare le funzionalità delle staminali mesenchimali, ossia le cellule responsabili della rigenerazione continua dei nostri tessuti muscolo-scheletrici, messe in coltura fuori dal corpo umano – si legge nel comunicato del Politecnico di Milano – In questo modo le stesse cellule, o il loro secreto, si potrebbero utilizzare come farmaci per la cura delle malattie in cui è cruciale ridurre l’infiammazione e stimolare la rigenerazione dei tessuti danneggiati: infarti cardiaci, lesioni del midollo spinale, artrosi e malattie neurodegenerative».
Come si fabbricano i nicchioidi
Quella che è stata definita «una ricerca di frontiera in ambito di nano-fabbricazione per la biologia», prevede lo sviluppo e la produzione dei nicchioidi da parte del team composto da ingegneri, biologi e fisici del Politecnico di Milano, in collaborazione con quelli del CNR. La fabbricazione di questi contenitori avviene per mezzo di un raggio laser pulsato in grado di far solidificare una resina polimerica. La manipolazione di questa resina permette a sua volta di ridurla fino alla misura infinitesimale che contraddistingue la scala del nanometro, equivalente a un miliardesimo di metro. I nicchioidi così prodotti permetteranno ai ricercatori di controllare le funzionalità delle cellule staminali coltivate, per utilizzarle poi come farmaci.