24 aprile 2024
Aggiornato 05:30
La vecchia ricetta va in pensione. Via libera a tablet e computer

Ricetta medica, dal 1 marzo diventa elettronica. I pro e i contro

Con l’applicazione a regime della normativa sulla dematerializzazione della ricetta medica, il primo marzo diventa elettronica. Ecco i pro e i contro secondo i medici della Fimmg.

ROMA – Ci siamo, la vecchia ricetta rossa va in pensione, lasciando il posto alla nuova ricetta elettronica. Il cambio della guardia ufficiale avverrà il 1 marzo 2016, quando sarà a regime l’applicazione della normativa sulla circolarità nazionale della ricetta dematerializzata. A questa data, le farmacie dovrebbero essere in condizione di calcolare ticket e regime di esenzione vigente in base alla Regione di provenienza del cittadino.

Una legge già di qualche tempo fa
La legge che rende obsoleta la ricetta medica di carta è invero del dicembre 2015, che già recepiva un decreto di oltre tre anni fa. Ma ora, dopo un avvio a singhiozzo, dal mese prossimo tutto dovrebbe funzionare a regime. In questo caso, per prescrivere un farmaco, un accertamento o una visita, il medico si collegherà a un sistema informatico e inserirà quanto dovuto. Dall’altra parte, la farmacia leggerà questa prescrizione e consegnerà direttamente i farmaci al paziente. Questo se tutto va bene, dato che in fase di avvio (o anche per altri motivi) qualcosa potrebbe incepparsi. A scanso di problemi, e per ora, il medico consegnerà comunque al paziente un piccolo promemoria da consegnare al farmacista: questo permetterà di recuperare la prescrizione anche in caso di malfunzionamenti del sistema o di assenza di collegamento a Internet.

Vantaggi
Tra i molti vantaggi della ricetta elettronica, i principali sono «il risparmio sulla stampa e distribuzione delle vecchie ricette rosa e il controllo sulla falsificazione delle ricette stesse o sugli abusi conseguenti il furto dei ricettari», si legge nel comunicato della Fimmg.

E svantaggi
Ma quali sono gli svantaggi? Ce lo dicono ancora i dottori della Federazione dei medici di famiglia. «Dietro i vantaggi della materializzazione si cela però un rovescio della medaglia – sottolinea il Segretario nazionale della Fimmg, Giacomo Milillo – Qualcuno ha confuso gli studi medici con quelli dei Caf, vista la mole di dati anagrafici, codici di esenzione dai ticket, adesso anche quelli di erogabilità e appropriatezza e quant’altro dovremo verificare. E in più non potrà più contare sul supporto dell’assistente di studio nella velocizzazione delle procedure di ricettazione, e ci saranno complicazioni anche nelle procedure di coinvolgimento del sostituto medico che per il momento salvo eccezioni (Campania) dovrà continuare a utilizzare la ricetta rossa». «In conseguenza di ciò – prosegue Milillo – il rischio è che tutti gli oneri ricadranno sul titolare, con un aggravio di lavoro che significa tempo tolto alle visite e attese più lunghe per gli assistiti». Il Segretario chiede inoltre: «una semplificazione delle procedure, ancora possibile».

Come funziona
I medici «per effettuare una prescrizione, si connettono dal proprio Pc a un apposito portale: compilando la ricetta sullo schermo, identica a quella cartacea, un Nre (numero ricetta elettronica) sarà associato al nostro codice fiscale, aggiungendo in automatico anche eventuali esenzioni. Il sistema stampa quindi il promemoria, con il quale possiamo andare in farmacia: con i dati presenti, attraverso i codici a barre stampati sul piccolo foglio A5, il farmacista recupera la prescrizione direttamente on-line e ci consegna la medicina di cui abbiamo bisogno. Ci vorrà ancora tempo perché sparisca anche la vecchia «fustella» da attaccare nei riquadri rossi, poiché anche se i codici della confezione sono inseriti direttamente sul computer ancora non è stato possibile determinare un meccanismo che annulli il valore della fustella rispetto alla necessità di identificare e distinguere i farmaci erogati a carico del SSN da quelli che anche se erogabili vengono invece pagati direttamente dal cittadino. Il procedimento nei prossimi mesi si diffonderà anche per la prescrizione di esami e visite specialistiche, visto che la ricetta elettronica sarà accettata anche da cliniche, ambulatori e ospedali».

Alcune esclusioni
Durante la prima fase di avvio e sino alla fine del 2017 ci sono alcuni farmaci che resteranno esclusi dal nuovo metodo: tra questi gli stupefacenti, l’ossigeno, le prescrizioni per erogazione diretta in continuità assistenziale, i farmaci con piano terapeutico Aifa. Nonostante ciò, la ricetta elettronica è valida in tutte le farmacie presenti sul territorio nazionale, sia pubbliche che convenzionate. Per cui il cittadino potrà ritirare il farmaco anche al di fuori dalla Regione di residenza – un vantaggio per chi, a causa del lavoro o altri motivi, si trova spesso lontano da casa. I farmacisti potranno applicare il ticket relativo alla Regione di residenza dell’assistito, e poi saranno le Regioni stesse a compiere il lavoro burocratico relativo ai rimborsi.