19 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Le proprietà dell’olio di cocco

Olio di cocco, il grasso che protegge dall’Alzheimer e fa dimagrire

I grassi contenuti nell’olio di cocco proteggono le funzioni cerebrali e riducono i sintomi dell’Alzheimer. Ulteriori studi sono necessari.

In occidente è poco conosciuto ma sta diventando un vero e proprio must per i sostenitori della cucina sana. Vanta virtù eccezionali che nulla hanno da invidiare al nostrano extravergine di oliva. Ma soprattutto, possiede una proprietà molto apprezzata da chi ci tiene alla linea: riduce il grasso addominale.

Il grasso saturo che si prende cura della tua salute
Chi ha paura dei grassi saturi? Dopo aver conosciuto l’olio di cocco, forse svaniranno tanti timori nei confronti di questi preziosi elementi. Tale olio è infatti costituito per la maggior parte da grassi saturi. Per la precisione, dal 92%. Gli altri componenti lipidici sono contraddistinti da grassi monoinsaturi (6,2%) e polinsaturi (1,6%). Nonostante ciò è ricchissimo di proprietà nutritive e facilmente digeribile. Contiene acido laurico, componente tipico anche del latte materno. Si tratta di un grasso a catena media, ottimamente tollerato anche da chi ha problemi alla cistifellea.

  • Approfondimento: perché sono meglio i grassi a catena media
    A differenza degli acidi grassi a catena corta, quelli a catena media come l’acido laurico non hanno bisogno dei Sali biliari per essere metabolizzati. Anzi, arrivano direttamente a livello intestinale negli enterociti senza essere trasformati in trigliceridi prima di essere immessi nel circolo sanguigno. Normalmente, invece, negli enterociti i gliceridi si uniscono agli acidi grassi per ri-formare i trigliceridi – precedentemente trasformati dallo stomaco.

L’olio di cocco contro l’Alzheimer
Un interessante studio preliminare pubblicato su Nutrición Hospitalaria [1] ha messo in evidenza come i pazienti affetti da Alzheimer, che assumevano quotidianamente l’olio di cocco, mostravano evidenti miglioramenti a livello di demenza. In particolare, si otteneva un maggior successo nelle donne, nei pazienti gravi e chi non aveva il diabete di tipo 2.

I successi di una dottoressa
In un magazine dell’Università della California, la dottoressa Mary Newport, riporta i risultati ottenuti da una sua ricerca personale. Risultati pubblicati anche nel libro «Alzheimer’s Disease: What If There Was a Cure . La dottoressa ha curato il marito affetto da Alzheimer con dosi massicce di olio di cocco.

Alla base dello studio: la dieta chetonica
Mary Newport ha pensato di partire dalla dieta chetonica, famosa nel trattamento dell’epilessia. I chetoni, infatti, sembrano essere in grado di curare gravi disturbi neurologici. Per far questo, la dottoressa ha scelto di utilizzare dei grassi «nobili» che contengano trigliceridi a catena media (MCT), di cui l’olio di cocco ne è ricco. Essi stimolano il fegato a convertirle in chetoni.

  • Approfondimento: cosa sono i chetoni?
    I chetoni – o acetoni ─ sono dei sottoprodotti della ripartizione dei grassi prodotti dall’organismo (fegato). Essi aumentano, perciò, grazie a una dieta ricca di grassi e povera di carboidrati. Il classico «acetone» di cui spesso si sente parlare quando si hanno bambini piccoli, deriva dalla mancanza temporanea di carboidrati. Per sopperire a tale mancanza il corpo «brucia» i grassi. Lo stato di malessere dovuto all’acetone – il chetone più semplice presenti nel corpo – si presenza solo se l’organismo sta producendo corpi chetonici in eccesso. Nei bambini si verifica con maggior frequenza perché hanno pochi grassi «immagazzinati», a disposizione.

Un combustile importante
I chetoni prodotti dalla dieta chetonica possono essere utilizzati dal cervello – ma anche altri organi – a mo’ di combustile alternativo al posto degli zuccheri. A differenza di altri grassi, non vengono immagazzinati con facilità come grasso corporeo. Nell’articolo dell’Università della California si legge che «i chetoni possono fornire energia alle cellule senza necessità di insulina». Di conseguenza, secondo Newport, i chetoni potrebbero fornire energia alle cellule cerebrali che hanno perso la capacità di usare il glucosio.

Ottimi risultati
La dottoressa ha eseguito gli esperimenti su suo marito ottenendo eccellenti risultati. Prima di tutto, l’uomo ha evidenziato netti miglioramenti nella memoria a breve termine, ma ha anche ridotto depressione, problemi visivi e migliorato la deambulazione. Tutto ciò è stato confermato anche dalle analisi effettuate tramite risonanza magnetica.

Nessun miracolo
Ovviamente nessuno può gridare al miracolo. La malattia di Alzheimer è molto complessa e non si può ridurre all’assunzione dell’olio di cocco. Tuttavia la dottoressa Newport cita tanti studi che associano l’uso della dieta chetonica a diversi disturbi neurologici.

Ma quanto olio di cocco bisogna assumere?
Secondo la dottoressa bisogna consumare dai 4 agli 8 cucchiai al giorno. Dosi più elevate hanno causato al marito lievi disturbi gastrointestinali. Tuttavia il fai da te, specie nelle patologie così importanti, è assolutamente da evitare. Solo il proprio medico curante potrà dire se si tratta di una cura adatta alla persona o meno.

Ancora ottimi risultati con la dieta chetonica
Un altro studio che supporta la tesi della dieta chetonica contro l’Alzheimer, è quello pubblicato nel 2015 sul prestigioso British Journal of Nutrition [2]. Dai risultati ottenuti è emerso che i composti fenolici e gli ormoni come le citochine presenti nell’olio di cocco possono aiutare a prevenire l’aggregazione delle placche beta amiloidi, tipiche della malattia di Alzheimer.

Infine, è l’unico grasso saturo che aiuta a dimagrire
Sembra paradossale, ma l’olio di cocco è l’unico acido grasso saturo che aiuta a perdere peso. In un recente studio pubblicato su Lipids [3] 40 donne sono riuscite a ridurre sia l’indice di massa corporea che la circonferenza addominale con 30 ml di olio di cocco al giorno. Beneficio dimostrato con la stessa dose anche da una ricerca del 2011 [4] in cui volontari di sesso maschile sono riusciti a ridurre mediamente la circonferenza addominale di quasi 3 centimetri in un mese.

[1] [coconut oil: non-alternative drug treatment against alzheimer´s disease]. Hu Yang I, De la Rubia Ortí JE, Selvi Sabater P, Sancho Castillo S, Rochina MJ, Manresa Ramón N, Montoya-Castilla I.  Nutr Hosp. 2015 Dec 1;32(6):2822-7. doi: 10.3305/nh.2015.32.6.9707. Spanish.

[2] The role of dietary coconut for the prevention and treatment of Alzheimer's disease: potential mechanisms of action. Fernando WM, Martins IJ, Goozee KG, Brennan CS, Jayasena V, Martins RN. Br J Nutr. 2015 Jul 14;114(1):1-14. doi: 10.1017/S0007114515001452.

[3] Lipids. 2009 Jul;44(7):593-601. doi: 10.1007/s11745-009-3306-6. Epub 2009 May 13. Effects of dietary coconut oil on the biochemical and anthropometric profiles of women presenting abdominal obesity. Assunção ML1, Ferreira HS, dos Santos AF, Cabral CR Jr, Florêncio TM.

[4] SRN Pharmacol. 2011; 2011: 949686. Published online 2011 Mar 15. doi:  10.5402/2011/949686 PMCID: PMC3226242 An Open-Label Pilot Study to Assess the Efficacy and Safety of Virgin Coconut Oil in Reducing Visceral Adiposity  Kai Ming Liau, 1 Yeong Yeh Lee, 2 ,* Chee Keong Chen, 3 and Aida Hanum G. Rasool 4