19 aprile 2024
Aggiornato 12:30
La guerra al cancro passa anche dalla cucina

Un conservante da cucina uccide le cellule tumorali

Fino all’80% delle cellule tumorali distrutte dall’ingestione della nisina

MICHIGAN – Da anni media e nutrizionisti parlano dell’estrema pericolosità dei cibi industriali, soprattutto degli additivi alimentari che molto spesso le aziende aggiungono per renderli più saporiti e di facile conservabilità. Per la prima volta, però, si è scoperto che un banale conservante alimentare è in grado di uccidere le cellule tumorali e batteri antibiotico resistenti.

Dalla conservazione del cibo all’uccisione delle cellule tumorali
Si chiama nisina e il suo utilizzo è molto noto dalle industrie alimentari. È generalmente utilizzato in polvere e ha un sapore praticamente neutro. Il che lo rende adatto a quasi tutti i cibi. Pochi, però, avrebbero pensato al suo potente ruolo anticancerogeno. «L’applicazione della nisina è andata ben oltre il suo ruolo di biopreservative del cibo», spiega Yvonne Kapila, professoressa presso l’Università del Michigan School of Dentistry negli Stati Uniti.

Contro i batteri e cancro
«I risultati correnti e altri dati pubblicati supportano il potenziale utilizzo della nisina per trattare le infezioni resistenti agli antibiotici, la malattia parodontale e persino il cancro», continua Kapila. Durante la ricerca, per ora condotta su modello animale, si è potuto constatare come i topi che hanno assunto la nisina, siano stati in grado di uccidere l’80% delle cellule tumorali presenti nella testa e nel collo.

Un prodotto altamente purificato
La nisina, che è riuscita ad aumentare la vita ai topi malati di cancro, è stata somministrata nella sua forma altamente purificata nella dose di 800 mg/kg. Di norma si usa a scopo di conservazione nella dose di circa 0,25 mg per chilogrammo di alimento. Quindi nessun alimento contiene dosi così elevate del conservante.

Approfondimento: cos’è la nisina?
La Nisina è un conservante alimentare formato da 34 amminoacidi. Viene prodotta a partire dal Lactococcus lactis. Generalmente non viene mai realizzata in maniera artificiale, ma sempre partendo da substrati naturali del latte vaccino. Il conservante viene spesso aggiunto ai formaggi e agli yogurt a causa del suo pH acido (3,5 – 6,00), ma lo si può trovare anche nella carne, nel pesce e in alcune salse come ketchup e maionese. Lo puoi riconoscere nelle etichette degli alimenti con la sigla E234. In cosmetica viene adoperato in qualità di emulsionante.